Varie, 11 febbraio 2002
Tags : Rosellina Archinto
ARCHINTO Rosellina (Rosellina Marconi) Genova 1935. Editore • «La signora della piccola editoria […] ”Quarant’anni e mille momenti di felicità, tanti quanti sono i libri che ho pubblicato” […] Quattro decenni di vita legata ai libri
ARCHINTO Rosellina (Rosellina Marconi) Genova 1935. Editore • «La signora della piccola editoria […] ”Quarant’anni e mille momenti di felicità, tanti quanti sono i libri che ho pubblicato” […] Quattro decenni di vita legata ai libri. Con un impegno: cercare lettori curiosi, disposti a lasciarsi tentare da epistolari, piccole biografie, riflessioni poetiche e filosofiche in mezzo a un popolo di non lettori. […] ”Diciamo la verità, non avevo bisogno di guadagnarmi la pagnotta, così ho potuto continuare tra momenti d’oro e momenti no. Detto questo, però, aggiungo che, essendo un’ottimista per natura, non ho mai smesso di andare in cerca di quei pochi che amano leggere”. Come è cominciata? ”I primi libri li ho fatti per Giò Ponti, ma la vera avventura d´esordio tutta mia è stata quella di Emme edizioni (la M è un omaggio al cognome da ragazza, Marconi, ndr), sigla editoriale per bambini”. Erano gli anni ”70, la Archinto aveva dato a quei libri una forte connotazione psicopedagogica (con titoli di Jean Piaget, Françoise Dolto, Arno Stern, Ivan Illich), l’impresa comprendeva anche il progetto di tenere forti legami con la scuola, con le biblioteche. E grazie a lei il pubblico italiano imparò a conoscere illustratori di calibro internazionale come Maurice Sendak, Leo Lionni, Tomi Ungerer. Adulti e bambini entrarono nel mondo di Enzo e Iela Mari, Bruno Munari, Lele Luzzati. ”Ero stata in America - dice - e avevo trovato i primi suggerimenti, in un mondo dove l’editoria per ragazzi era già molto avanti, ma avevo anche cominciato a frequentare le fiere internazionali. Per vedere, capire cosa fosse il mondo dell’editoria”. Non bastava però parlare correntemente l´inglese, il francese, il tedesco. ”La prima volta che andai a Francoforte avevo 27-28 anni. Ero una bella ragazza. Era difficile farsi prendere sul serio. Mi guardavano un po’ con curiosità, un po’ con sufficienza”. Chi l’ha aiutata? ”Giangiacomo Feltrinelli. stato lui a spiegarmi per primo cos’era l’editoria. A credere che facessi sul serio. E poi Giovanni Enriquez. Con la Zanichelli fu anche il mio primo distributore”. Nel 1985 Emme Edizioni fu ceduta. ”Avevo avuto un periodo difficile, era morto mio marito. La Emme era cresciuta troppo. Decisi di svoltare. Mi sono così dedicata agli epistolari”. Nelle ”Lettere”, la prima collana del nuovo corso, ci sono le firme di Apollinaire, Artaud, Baudelaire, Cocteau, Gide, Joyce, Pound, Rilke, Mann. Quindi arrivano anche le collane ”Gli aquiloni”, ”Biografie & ritratti”, ”Zibaldone”, ”Quaderni di poesia”, ”Le vele”. Tra l’87 e il ”97 ”Leggere”. Un’altra sfida quasi impossibile. ”Era un momento d’oro per l´editoria - dice Archinto - , c’era molta pubblicità. Avevo collaborazioni importanti come quelle di Franco Marcoaldi e di Antonio D’Orrico. Mi spingevano anche in quel caso luminosi esempi stranieri. In quegli anni hanno scritto per noi Kapuscinski, Starobinski... Abbiamo pubblicato molti inediti” […] ”Se leggo un bel libro sono felice e la lettura non può scomparire, perché, in mezzo a questo bombardamento di cose che ci arriva da fuori, mette ordine dentro di noi. Aiuta a pensare sia i bambini che gli adulti”» (Pierangela Fiorani, ”la Repubblica” 25/10/2002) • «Nome sonante della vecchia aristocrazia e della cultura milanese. Di lei dicevano, i maligni: ”Ha il cuore a sinistra e il portafoglio a destra”. Dicevano anche: ”Fa libri per bambini. Per i figli degli architetti” […] ”Dicevano così perché i libri costavano cari ed erano molto raffinati. Ma costavano cari perché i libri illustrati costano cari. Ed erano talmente raffinati che li vendo ancora oggi” […] Una nonna maestra d’asilo, un nonno impiegato alle poste. Un padre che è arrivato alla laurea di ingegneria a forza di continue borse di studio. ”La gavetta è quella di mio padre, non quella mia. Dal nulla a direttore generale di grandissime aziende come la Ansaldo. Io ho avuto una infanzia serena nonostante la guerra. A Genova, a Trieste, a Venezia e infine a Milano. Ricordo i primi anni a Milano, nel collegio delle Marcelline, con mia zia suora, quando la mamma non poteva tenermi perché il papà era molto malato. Ero una ragazza vivacissima, mi piaceva fare tante cose, cavallo, tennis, basket, suonavo il pianoforte, facevo anche cose manuali, libri sui quali incollavo le fotografie di Gary Cooper, il mio idolo […] Mi piaceva moltissimo andare ai concerti di Benedetti Michelangeli […] Ero bravissima al liceo. L’università l’ho fatta con fatica perché papà mi impose Economia e commercio che non mi piaceva […] Ho sempre avuto un difetto: la mancanza di pazienza […] Però ho un pregio: un’onestà intellettuale pazzesca» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 21/2001) • stata l’ultima compagna di Leopoldo Pirelli: «Dagli anni Settanta. ”[...] un uomo eccezionale, straordinario. Il compagno della mia vita, degli ultimi 35 anni”. [...]» (Zita Dazzi, ”la Repubblica” 25/1/2007).