Enzo Bettiza, "Corone e maschere", Mondadori, 12 febbraio 2002
Una serie di fotogrammi di personaggi del secolo appena concluso, quasi scattati di frodo, con un’angolatura e un taglio che ce li mostrano sotto un aspetto originale, inedito, illuminante
Una serie di fotogrammi di personaggi del secolo appena concluso, quasi scattati di frodo, con un’angolatura e un taglio che ce li mostrano sotto un aspetto originale, inedito, illuminante. Dalmata di nascita, profugo in Italia dopo la seconda guerra mondiale, Bettiza, dopo avere fatto mille mestieri tra cui il contrabbandiere di saccarina in Valtellina, approda al Pci, ma se ne distacca subito e il romanzo in cui descrive il suo percorso politico viene notato da Piovene che lo fa assumere a Epoca. Di lì, passando per la Stampa, approda al Corriere e diviene un inviato tra più apprezzati. Fa parte della ”argenteria di famiglia” che Montanelli si porta via dal quotidiano milanese al tempo della fondazione del Giornale. In seguito alla sua candidatura nelle file del Psi, sia pure come indipendente, lascia il posto di condirettore del Giornale e torna alla Stampa. Riappacificato con Montanelli, vince, tra l’altro il Supercampiello con Esilio, romanzo di memorie sulla sua infanzia in Dalmazia.