Marcello Staglieno, "Montanelli", Mondadori, 12 febbraio 2002
Rimbaud e la rissa. «I mesi successivi Indro li passò a Parigi, ufficialmente per alcuni corsi alla Sorbona, che in realtà non seguì mai, perché entrò, sia pure per la ”finestra”, nel ”mestiere”
Rimbaud e la rissa. «I mesi successivi Indro li passò a Parigi, ufficialmente per alcuni corsi alla Sorbona, che in realtà non seguì mai, perché entrò, sia pure per la ”finestra”, nel ”mestiere”. Accadde infatti che una sera, testimone occasionale di una furibonda rissa in un bistrot, ne raccontò a un cronista di Paris Soir con tale sontuosità di particolari che l’indomani il quotidiano dedicò quasi mezza pagina all’avvenimento. Il direttore del giornale, Pierre Rimbaud, volle complimentarsi personalmente con l’estensore dell’articolo. Ma il cronista, da galantuomo, gli spiegò che in realtà il merito era di un italiano, alto, biondo, e magro come un chiodo. Convocato quell’italiano, Rimbaud lo assunse. Per dieci mesi Indro restò nella capitale francese, girandola in bicicletta e scrivendo pezzi di ”bianca” e di ”nera”, in cui affilò il proprio spirito di osservazione».