Varie, 12 febbraio 2002
ARIOSTO
ARIOSTO Stefania Roma 28 luglio 1949. Antiquaria. Commerciante. Imprenditrice. «Biondina della Milano bene con un passato complicato (due matrimoni falliti, tre figli morti piccoli per una malattia rara, qualche affare andato a male) [...] Una fetta di vita consumata in un mondo fatto di denaro e potere, affari e politica, amori e vendette. Finché, un giorno, non ce l’ha fatta più [...] ha fatto il passo che avrebbe stravolto quella sua vita: si è seduta davanti a un giudice. E da compagna di Vittorio Dotti, avvocato, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è diventata ”il testimone Omega”. La donna che ha fatto scoppiare un terremoto [...] ”La circostanza. Solo la circostanza. Mi sono trovata davanti ai giudici e ho deciso di parlare. Nient’altro. ”Io e la circostanza’, come diceva Ortega y Gasset. [...] In quel mondo ero a disagio, sempre di più. Li osservavo. Guardavo quello che facevano. Non criticando, perché in fondo tutto era fatto anche... con generosità. Anche oggi, umanamente, non ho niente contro quel mondo. Contro nessuno di loro. Ma la mia critica era diversa. [...] io capisco che per loro il denaro è la regola del gioco. In fondo sono un’azienda. Vivono di soldi... Ma gli uomini... Si diventa aridi, così. Magari perbene, spesso in regola. Ma aridi. Mio padre me lo diceva spesso: guardati dalle persone perbene. [...] contestavo. Come potevo, ma contestavo. Non sono mai stata sottomessa. Mai. [...] ricordo una cena di natale ad Arcore come fosse ieri. Berlusconi ci mise in fila sulle scale, tutti. E ci fece cantare. [...] Dotti, Previti, Confalonieri... Fede... Tutti in fila, con le mogli sottobraccio, a bocca aperta a guardare Berlusconi che dirige il coro. Mi sono messa a stonare apposta, più forte che potevo. Ecco, forse è quel giorno che ho capito. Dotti mi fulminò con gli occhi. Il capo gli aveva detto qualcosa evidentemente. E lui aveva obbedito [...]» (Davide Perillo, ”Sette” n. 8/1997). «Respinge il sospetto di aver ricevuto denaro per rivelare le presunte malefatte di giudici romani e far finire nelle pesti Silvio Berlusconi e Cesare Previti. ”Una volta - rivela, ridendo - il capitano Martino mi chiese se volevo essere retribuita. Pensavo scherzasse. Io avevo fatto quelle dichiarazioni spinta da una questione di ordine morale. Oggi, dopo tutto quello che è successo, credo che forse avrei avuto diritto a qualcosa, visto che grazie a me lo Stato ha recuperato una decina di miliardi. E poi, non è che con un centinaio di milioni risolvevano i miei problemi, ci volevano tre miliardi. Comunque basta vedere la situazione mia e della mia famiglia. Non è cambiata” […] Il tono della voce si altera quando le si domanda perché chiese a Martino di essere aiutata in alcune vicende che la riguardavano. ”Non è vero, non ho mai chiesto cose di questo genere. Basta vedere quello che è successo. Mi hanno sfrattata da quella casa, la Cariplo devo ancora pagarla e per quanto riguarda il furto, beh, sono ancora in causa con l’assicurazione”. Altre volte le è stato chiesto se, tornando indietro, rifarebbe ciò che fece. ”Non mi metterei più in quella posizione - risponde oggi - perché il nostro ordinamento giuridico non tutela il teste”. Stavolta ”accusa” il suo ex compagno Vittorio Dotti di non avere fatto nulla per fermarla. ”Sapeva tutto dei fatti di corruzione e dei miei incontri con la Finanza. Era il mio compagno, ogni volta gli raccontavo tutto. E questa è una situazione che ha creato lui, quando mi diede quel libretto al portatore per quei due mobili che gli vendetti. Sapeva da dove venivano quei soldi. Quando arrivò il momento di testimoniare in Procura, gli chiesi cosa dovevo fare. Conosceva le mie idee, avrebbe potuto darmi un consiglio, chiamarmi in studio. Non lo fece. Mi ha messo nuda nella steppa sconfinata e ognuno mi ha tirato una palla di neve. E lui ha messo la testa sotto la neve”» (G.Gua, ”Corriere della Sera” 7/5/2002). «Valorizzata in tempi di magra, ex canzonettista di procura, già donna d’amore di Vittorio Dotti, la soubrette protagonista di una cassetta stravendutissima in allegato a ”Panorama”, ha aderito all’Italia dei Valori. L’ex biondina della barca di Previti è così entrata a far parte del lindo mondo di Antonio Di Pietro senza però portarsi la sua macchina fotografica. Pare che spesso scriva sull’’Espresso” dietro lo pseudonimo di Claudio Rinaldi» (Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini, Pietrangelo Buttafuoco, 3/10/1998).