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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

Arpaio Joe

• Springfield (Stati Uniti) 14 gennaio 1932. Sceriffo della contea di Maricopa, Ariziona, che comprende Phoenix (una delle città più moderne degli Stati Uniti, seconda solo a Las Vegas per ritmo d’espansione). Origine italiana, ha alle spalle trent’anni di carriera con la Drug Enforcement Administration (Dea, l’ente federale che combatte la droga), «si muove, parla e soprattutto agisce come uno sceriffo tratto da uno dei tanti western girati proprio nei canyons e nelle praterie dell’Arizona. È stato eletto per la prima volta nel 1993, dopo aver promesso che sarebbe stato uno sceriffo “diverso dagli altri”. È stato di parola, diventando, come recita la sua autobiografia, Il più duro sceriffo d’America. Ha piazzato 1.400 dei settemila prigionieri in sua custodia dentro tende militari erette sottovento al deposito dell’immondizia. A chi gli fa osservare che nel corso dell’estate la tendopoli raggiunge facilmente i 45 gradi, lui ribatte: “Se queste tende andavano bene per i soldati di Desert Storm nell’Arabia Saudita, vanno bene per dei criminali”. I prigionieri, uomini e donne, girano incatenati. Indossano tute a striscie bianche e nere che sembrano rubate da un film di Buster Keaton e, sotto, mutande rigorosamente rosa. Oltre al filo spinato, ci sono dei pastori tedeschi con attaccate al collo minitelecamere. Più che un duro, viene visto da molti come un sadico. Ma queste accuse non lo preoccupano, anzi, lo rendono orgoglioso. Per sua stessa ammissione, non è uno di quelli che credono nella riabilitazione e nel recupero sociale del detenuto: “L’unica cosa che funziona è rendere le condizioni dei prigionieri così miserevoli da togliergli la voglia di tornare mai più qui dentro”. “Nessuno riesce a galvanizzare i cittadini quanto Joe”, sostiene il vicesceriffo Dave Hendershott, “c’è addirittura chi lo vede come Mosè che apre le acque”» (Lorenzo Soria, “L’Espresso” 19/3/1998) • «Sebbene sembri uno sceriffo di altri tempi è convinto che Internet possa fungere da deterrente contro la criminalità e ha messo il suo ufficio e le celle, detenuti compresi, sul Web. Il sito (www.crime.com) è studiato nei minimi particolari e contiene ogni sorta di informazione sulla criminalità negli States. Statistiche, foto segnaletiche, consigli, e persino la classifica dei migliori poliziotti della settimana. Nella sezione intrattenimento è presente il tour virtuale nelle celle e “i gustano”i video degli arresti più spettacolari degli ultimi giorni. C’è nche uno shop virtuale dove vengono offerti libri gialli, video, DVD, slip da poliziotto, magliette, cappellini e portachiavi. Tour virtuale anche nel braccio della morte, con la spiegazione minuziosa del protocollo d’secuzione per un condannato all’iniezione letale. Ma il fenomeno voyeuristico del sito sono le webcam puntate 24ore al giorno sulle celle dei detenuti e delle detenute, cliccate su un banner di uno sponsor e ne vedrete di tutti i colori per due minuti e ripetete il procedimento fino a quando non siete soddisfatti» (Antonio Gnassi, “La Stampa” 5/6/2001).