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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

ARTOM

ARTOM Arturo Torino 19 marzo 1966. Imprenditore • «[...] barbuto imprenditore delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche [...] Manager con la passione della politica – è vicino a Enrico Letta e partecipa da anni con lui ai seminari nei quali giovani leader dei vari settori confrontano le loro idee – Artom, negli ultimi tempi si è dedicato sempre più al ”venture capital”, fino a diventare un interlocutore privilegiato di Ronald Spogli, l’ambasciatore americano a Roma con un passato di ”venture capitalist” che sta cercando di portare il ”vangelo” della cultura imprenditoriale Usa nel mondo italiano della politica e dell’impresa [...]» (Massimo Gaggi, ”Corriere della Sera” 10/8/2007) • Laureato al Politecnico di Torino (ingegneria elettronica con specializzazione in telecomunicazioni), dopo aver lavorato per Telsystem, Infostrada e Omnitel, è stato amministratore delegato di Viasat, quindi si è lanciato in Netsystem, di cui è azionista di maggioranza. Ai tempi di Viasat ”Sette” lo definì «il Meucci del Duemila» con la motivazione che aveva rivoluzionato l’uso del telefonato: «Apparentemente schivo, quando attacca a parlare non si ferma più. Con quella barba rossiccia a incorniciargli il viso, fatta crescere forse per timidezza o per sembrare più in là con gli anni, possiede quell’aria signorile di certi nobili piemontesi ritratti nei dipinti dell’Ottocento. […] Quella delle telecomunicazioni è una tradizione di famiglia: il padre, ingegnere pure lui, ha lavorato per il Cselt, il centro studi di telecomunicazioni della Stet. ”Da bambino dicevo che mio papà lavorava con i telefoni, qualche anno dopo sostenevo però che non avrei mai fatto il suo lavoro. Tutto è cominciato al liceo, dove ho avuto l’opportunità di usare i primi computer Apple e mi sono iscritto alla facoltà d’ingegneria per capire come funzionavano. Studiavo con impegno solo informatica e telecomunicazioni e la votazione finale, 103, non è stata certo brillante […] Terminati gli studi ho fatto per un breve periodo il ricercatore presso l’Università di Lovanio in Belgio. Tornato in Italia, nel 1991 sono stato assunto dal gruppo Fondiaria come responsabile delle telecomunicazioni. Qui ho avuto la fortuna di occuparmi di centralini, realizzando un sistema integrato per mettere in comunicazione gli uffici delle sedi di Milano e di Firenze come se fossero nello stesso palazzo […] Ad un certo punto mi sono chiesto: perché non proporre il servizio ad altre aziende? Lasciata la Fondiaria, con alcuni soci finanziatori abbiamo creato nel 1993 la Telsystem, società che proponeva ai potenziali clienti un risparmio del 40 per cento sulle tariffe telefoniche, e qui sono iniziati i guai. Avevamo pestato i piedi niente meno che alla Sip, l’attuale Telecom. Siamo stati messi nelle condizioni di non poter vendere i nostri servizi di telefonia. Una sentenza dell’antitrust, in base a una direttiva dell’Unione europea, ci ha dato ragione liberalizzando così anche in Italia il mercato e la Telsystem, ormai chiusa, ha ottenuto con una sentenza del tribunale un risarcimento di 3 miliardi e mezzo. Nel frattempo ho lavorato per Infostrada. Poi, nel 1997, sono stato chiamato in Omnitel dove ho creato la Ram, rete aziendale mobile. Infine sono passato a Viasat […] Mi considero un uomo di marketing, convinto come sono che la tecnologia diventa cultura quando diventa semplice”» (Felice Fava, ”Sette” n.49/1999) • «La sua scommessa la fa nei primi mesi del 2000, durante la grande piena della New Economy. Da qualche tempo è il numero uno di Viasat, la joint venture tra Telecom e Fiat, leader in Europa nei sistemi di informazione satellitare. Viasat vende a macchine e camion apparecchiature che, grazie al collegamento con un satellite, forniscono al guidatore informazioni su traffico, viabilità e mete. un business in crecita e lui lo gestisce da manager con pieni poteri, per una società più che solida. Il suo progetto è di creare valore in vista di un collocamento in Borsa. Ma quando gli azionisti di Viasat cambiano idea sulla Borsa, lascia. Anche perché da qualche tempo pensa alla possibilità di usare il satellite per Internet. Sulla carta sembra una follia. Il satellite ha appena mandato ko il consorzio Iridium, che si proponeva di vendere telefonini in grado di comunicare da ogni punto del mondo. Un crack da 20mila miliardi. Ma lui sa quel che fa. ”Mi sembrava più semplice sviluppare qualcosa che già dimostra di funzionare passando dallo spazio. Parlo delle immagini”. La tivù era lì a dimostrarlo. Però bisognava andare oltre ed ecco l’idea: la banda larga, cioè la possibilità di far transitare sul computer una quantità di dati a un ritmo di 10 milioni di bit al secondo, 200 volte superiore alla capacità massima disponibile con la normale linea telefonica e cento volte superiore ai collegamenti Isdn» (Marcello Zacché, ”Io donna” n. 52/2000).