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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

Asahara Shoko

• (Chizuo Matsumoto). Nato a Kyushu (Giappone) il 2 marzo 1955. Santone della setta giapponese ”Aum Shinrikyo” (’Verità Suprema”), che condusse alla celebrità all’inizio degli anni Ottanta, passando nel tempo da un misto di induismo e buddhismo a una visione giudaico-cristiana che predicava l’Armageddon. In breve tempo mise in piedi un vero e proprio governo ombra con ministri delle Finanze, della Sanità, degli Esteri il cui obiettivo era avvicinare il più possibile il giorno del giudizio con l’uso di armi per la distruzione di massa. Semicieco, divenne il nemico pubblico numero uno del Sol Levante dopo l’attentato alla metropolitana di Tokyo del 20 marzo 1995 che attraverso l’uso del sarin causò 12 morti e oltre cinquemila feriti. Arrestato nel maggio 1995, da allora in prigione (George Wehrfritz, ”Newsweek” 22/11/1999). Il 27 febbraio 2004 è stato condannato a morte. «Il Guru Straordinario [...] è o non è sano di mente un uomo che dichiara di essere la reincarnazione del Faraone Zoser? Ma è o non è sano di mente un uomo che utilizza, per una sua guerra privata, armi di distruzione di massa? Chi può dirlo. [...] che differenza c´è fra una setta come Aum e Al Qaeda? Una si inventa una religione sincretistica, un misto di buddismo, induismo, cristianesimo, l´altra si fonda su di una religione forte e antica. Ma entrambe vogliono ”distruggere il mondo per salvarlo”. Certo, si possono cogliere tratti originali giapponesi nel delirio apocalittico di Shoko Asahara; ma allora, come mai la sua setta che ancora è viva e vegeta ed ha cambiato nome, si chiama Aleph, conta più di trentamila adepti in Russia mentre in Giappone, nel 1995, all´epoca dell´attentato, erano non più di diecimila? Ma ha seguaci anche a Bonn, a New York, ovunque meno che nel mondo islamico, ovviamente. Là la religione è forte. In Giappone invece è sempre stata debole, se non nelle forme esteriori. [...] ”Unto dal Signore”, parole sue testuali, Shoho Asahara prevedeva che sarebbe scoppiata nel 1999 la Terza Guerra Mondiale, Giappone e Usa nemici. Accusava l´America di essere la causa dei problemi economici e sociali del Giappone. Ha avuto ascolto non tra gli esclusi ma tra i giovani laureati in fisica, chimica, biologia, informatica. Questi erano, sono, i suoi discepoli. Voleva diventare l´Imperatore del Giappone? Va bene, questo è folklore passatista. Oggi la Aum possiede una rete di negozi "computer discount" assai redditizia e marcia verso un futuro che farebbe rimpiangere qualsiasi Medioevo. Aum è moderna, è post-moderna, dispone di armi di distruzione di massa. Già ha provato con l´antrace, con il Sarin, nel 1993 suoi emissari sono andati in Zaire a comprare il virus dell´Ebola, ora conservato chissà dove, disponibile al miglior offerente. Aum è globale nella sua variante giapponese che poco conta. Lui andrà sulla forca. E poi?» (Renata Pisu, ”la Repubblica” 28/2/2004). «Guru semicieco [...] fondatore della setta Aum-Shinrikyo, Verità Suprema, che il 20 marzo 1995, all´ora di punta, ordinò l´attacco con il gas nervino nella metropolitana affollata di Tokyo. Un veleno quasi invisibile che da una busta lasciata in terra si propagò in pochissimo tempo provocando 12 morti e intossicando 5.500 passeggeri. Erano le otto del mattino. La città brulicava già. I viaggiatori di Tokyo correvano da destra a sinistra tra una fermata e l´altra, compressi nei vagoni sotterranei del più grande anello ferroviario dell´Estremo oriente. Quella mattina Tokyo fu colpita dall´unico attacco chimico urbano mai lanciato nel mondo. [...] A nove anni di distanza, il giudice Shoji Osawa del Tribunale di Tokyo ha pronunciato otto condanne all´impiccagione per i crimini del santone: dal sequestro e l´assassinio di un avvocato anti-setta, di sua moglie e del figlioletto di appena un anno, fino alla strage del 1995. ”Asahara ha trasformato la setta in un culto, con l´unico desiderio di regnare in Giappone e diventarne il Re - recita la motivazione della sentenza - sfruttando successo e doni dei suoi adepti si è armato; ha costruito mille fucili e ha cercato di prendere il controllo della capitale e ha minacciato e ucciso chi vi si opponeva” [...] I crimini di Asahara - ha commentato il giudice - non si sono fermati di fronte alla morte delle vittime, ma sono diventati atti di terrorismo indiscriminato. Viziosi, brutali, senza pietà questi atti premeditati sono nati e cresciuti sotto il segno del culto”. Asahara ha ideato l´attentato di Tokyo ma ha anche brutalmente ucciso i membri della sua setta. Le vittime del santone sono state dimenticate dalle autorità. [...] Agopunturista, il giovane Chizuo Matsumoto, in arte Asahara, iniziò la sua carriera nel 1984, fondando una piccola setta religiosa a Tokyo e vendendo medicine naturali. Nel 1987 tornò da un viaggio sull´Himalaya dopo aver raggiunto il suo Nirvana spirituale e fondò la setta Aum, Verità suprema. Nel 1990 si candidò alle elezioni parlamentari. La prima fuga del gas nervino fu nel’94, a Matsumoto: morirono sette persone, la polizia non indagò. Nel marzo 1995, attacco a Tokyo. Una strage imprevedibile, sostenne e sostiene ancora la polizia. Che non andò mai troppo a fondo nelle indagini sulla setta esoterica e apocalittica: una miscela di folklore, yoga, induismo e buddhismo tantrico. Le meditazioni erano accompagnate da droga, somministrata agli ignari adepti che all´epoca dell´attacco erano arrivati a 10-15 mila in Giappone. Tra di loro c´erano un gran numero di laureati, professori di chimica e fisica, ex poliziotti e perfino 60 militari. Nascosti nei bunker della metropoli gli adepti si preparavano alla conquista del mondo, fabbricando sostanze mortali. Intanto Asahara, regista di questa sceneggiatura da horror, era nascosto alle pendici del monte Fuji. A maggio del 1995 fu arrestato. Nel 1999 la setta ha cambiato nome ed è diventata Aleph, il re Asahara è decaduto, ma al suo posto c´è Tatsuko Muraoka. In Giappone ci sono ancora 1600 adepti ufficiali. E ieri contro la sentenza di morte per Asahara è stata presentato ricorso. La storia della setta Aum non sembra ancora finita» (Renata Pisu, ”la Repubblica” 28/2/2004).