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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

Asamoah Gerald

• . Nato a Mompong (Ghana) il 3 ottobre 1978. Calciatore. Trasferitosi in Germania giovanissimo, gioca con la nazionale tedesca. «Un centrocampista solidissimo nel fisico e nel temperamento» (Rudi Voeller). Avendo avuto seri problemi cardiaci, non gioca se non è pronto a bordo campo un defibrillatore per le emergenze. «Il simbolo dell’integrazione degli extracomunitari nella società tedesca [...] Il simbolo di una Germania che le élite e la maggioranza della gente voglioni multiculturale [...] ”Sporco negro”, gli urlarono un giorno in faccia i tifosi dell’Energie Cottbus, una squadra orientale che ai tempi della guerra fredda era uno dei team prediletti del regime di Berlino Est, accogliendo il suo ingresso in campo con la Schalke col lancio di chili di banane [...] Amava il calcio fin da piccolo, a quattro anni i genitori lo lasciarono nel villaggio nativo affidato alla nonna: papà William aveva deciso di tentare la fortuna lassù nella fredda, lontana Bundesrepublik, sognava il successo come giornalista [...] Raggiunse i genitori a 12 anni. Dei sogni di carriera giornalistica di papà William era rimasto poco, appena un ”afro shop” (un negozietto di moda e artigianato africano) nella gelida Hannover. ”Eppure mi ambientai presto, vissi una bella adolescenza con i miei compagni di scuola bianchi. Il Ghana è ancora la mia terra natale, ma la mia città è Hannover” [...] Nel settembre 1998, dopo una partita vinta contro il St. Pauli, si accasciò negli spogliatoi abbattuto da un collasso. I medici gli diagnosticarono un ispessimento dei muscoli cardiaci, la Federcalcio tedesca gli impedì di giocare temendo un infarto in campo [...] Non si arrese: incoraggiato solo da Wego Kregehr, il medico dell’Hannover, si rivolse a un cardiologo americano, si sottopose a mesi di controlli, ebbe alla fine la certezza che il rischio era sotto l’1 per cento [...] Fu così riammesso. Nel 1999 Rudi Assauer, il dinamico manager dello Schalke 04 con l’hobby dei buoni sigari e del vestire elegante, lo chiamò nella sua squadra, simbolo della Ruhr industriale. Affrontò altre ostilità, amare perché venivano da altri africani: gli fu nemico Emile Mpenza, anche lui attaccante della Schalke, che temeva il nuovo concorrente. E gli fece la guerra con ogni mezzo Fred Osam Duodu, l’allenatore della nazionale del Ghana che era deciso fino all’ultimo a riportarlo in patria per farlo giocare sotto i i suoi colori» (Andrea Tarquini, ”Il Venerdì” 22/6/2001).