12 febbraio 2002
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Ashcroft John
• . Nato a Chicago (Stati Uniti) il 9 maggio 1942. Politico. Ministro della Giustizia nel Bush (GW) I. «L’uomo-simbolo dell’involuzione giuridica americana, che per quattro anni, insensibile alle critiche internazionali, aveva invaso la privacy e calpestato i diritti civili [...] Come ministro della giustizia, ha tenuto sempre alta la psicosi anti-terrorismo e ha forgiato il Patriot Act, rafforzando i poteri i polizia. Ultra-conservatore, legato agli ambienti cristiano-evangelici, contrario all’aborto e alla pornografia, era stato governatore del Missouri e poi senatore. Bush lo aveva chiamato a Washington dopo un’imbarazzante performance elettorale: Ashcroft era stato sconfitto nel 2000 da un ”morto”: gli abitanti del Missouri avevano infatti preferito votare per il candidato democratico, scomparso pochi giorni prima, piuttosto che per il senatore uscente» (Arturo Zampaglione, ”la Repubblica” 11/11/2004). «La Christian Coalition nella quale è nato, visto che sia il padre sia il nonno erano pastori pentecostali di Springfield, nel Missouri, vede in lui un eroe. ” contrario a ciò in cui credo imporre la mia fede al prossimo” ha scritto nell’autobiografia. Ma spesso aggiunge: ”Comunque credo sia importante invocare la presenza di Dio in tutto ciò che faccio comprese le decisioni politiche”. Nelle quali il principio di fondo è: ”Cosa si trova nel mezzo della strada? I moderati e le puzzole schiacciate dalle auto. Mi rifiuto di far parte degli uni come delle altre”. Appartiene, invece, all’America che crede che l’ecologia sia un optional, che sostiene le multinazionali del tabacco, che ritiene le donne inferiori e che un uomo è tale solo se ha il porto d’armi. Eppure è un personaggio più complesso di quello che i liberal e le vignette dei settimanali cercano di dipingere: la politica la conosce bene, e altrettanto la psicologia degli americani. O almeno quella degli abitanti del Missouri, grazie ai quali si è aggiudicato cinque campagne elettorali: per due volte è stato procuratore generale dello Stato, poi ne è diventato il governatore per un quadriennio e infine, per altri due mandati, li ha rappresentati al Senato. Nel 1998 si è ricandidato. Ma ha scoperto che il Missouri, pur di non riaverlo, era disposto ad eleggere un morto: tre settimane prima delle elezioni il suo avversario, il democratico Mel Carnahan, si era schiantato in aereo con il figlio, la moglie ha deciso di sostituirlo e ottenuto 49mila voti più di lui. Nell’America del caos elettorale e della giustizia in mano agli avvocati avrebbe potuto cercare qualche cavillo e farle causa: invece, mentre la stampa lo prendeva in giro con titoli come Morto che corre... vince, si è ritirato in buon ordine: forse già sapeva che Bush gli avrebbe offerto un futuro ben più impegnativo [...] La domenica papà Ashcroft svegliava il piccolo John per andare in chiesa e pregare tutto il giorno. ”John non era contento se qualcosa era meno che perfetto”, ha raccontato la vecchia tata, Norma Champion. Ambizioso e cocciuto: così aveva lasciato il Sud per approdare a Yale. In tasca un indirizzo datogli dal padre con cui s’è presentato al pastore della chiesa ”Assemblies of good” - raramente visitata dagli studenti - e ogni domenica vi ha seguito la messa. Giocava a rugby, sapeva anche picchiare ma ogni giorno scriveva ai genitori. Quando venne il momento di decidere dove seguire il corso di legge [...] si iscrisse a Chicago dove conobbe la futura moglie Janet [...] ”John crede che mangiare un gelato alla vaniglia sia già peccato”, racconta un vecchio compagno d’università [...] Il giorno del 1995 in cui è stato eletto al Senato, suo padre ha preso dell’olio dalla cucina, l’ha fatto inginocchiare davanti e l’ha consacrato. ”Come re Saul e Davide, come i monarchi britannici”, ricorda ancora commosso» (Silvia Kramar, ”Sette” n. 6/2001).