Varie, 12 febbraio 2002
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ASSUNCAO Marcos Caieiras (Brasile) 25 luglio 1976. Calciatore. In Italia ha giocato con la Roma, vincendo lo scudetto 2000/01, poi, a causa di problemi con Capello, se n’è andato a Siviglia
ASSUNCAO Marcos Caieiras (Brasile) 25 luglio 1976. Calciatore. In Italia ha giocato con la Roma, vincendo lo scudetto 2000/01, poi, a causa di problemi con Capello, se n’è andato a Siviglia. Sua specialità le punizioni: «Uno, due e tre. O meglio: uno, due e due e mezzo. Tre passi all’indietro sono troppi. Due passi e mezzo all’indietro bastano, purché siano verso sinistra. Poi, gambe divaricate e piedi all’una meno cinque. E braccia distese lungo il corpo; anzi, attaccate al corpo. Ecco: ora è tutto pronto; ora può calciare. La palla, così, comincia un viaggio singolare: sale in alto, sembra perdersi nell’infinito poi repentinamente torna in basso. Senza girare troppo su se stessa, però. Una volta abbandonato il piede destro di Marcos, punta verso l’obiettivo senza troppi fronzoli. Dritta anche se diagonale; dritta anche se a pallonetto. E, forse, il segreto sta tutto lì. Cioè, andare contro la logica. La palla non aggira la barriera: la supera proiettandosi nel cielo per poi ripiombare in un attimo a terra, e spesso nella rete avversaria. Una magìa. Portiere immobile, spesso. Più beffato che battuto. E talvolta addirittura affascinato dal percorso della palla. Frey, ad esempio, aveva sperato che lo scherzo fosse finito all’Olimpico la sera del 4 marzo scorso 2001 quando, con la maglia dell’Inter, s’inchinò davanti ad una prodezza e mezza da fermo del brasiliano. A Parma, nel dicembre 2001, il portiere francese è stato ancora una volta flashato da Marcos Assunçao: fermo così, click e foto con la palla in fondo alla rete. Esemplare, per certi versi, l’esecuzione che ha permesso a Marcos di superare Pagliuca al Dall’Ara: tutti, portiere del Bologna compreso, pensavano che il brasiliano tirasse proprio in quell’angolo ma, nonostante l’intuizione, per Pagliuca è stato impossibile intercettare il pallone. ”Prima sui calci di punizione mi allenavo solo una volta alla settimana, cioé il sabato, poi all’inizio di questa stagione ho deciso che dovevo assolutamente ridiventare quello che ero in Brasile. Così ho ripreso ad esercitarmi sui calci piazzati tutti i giorni, alla fine dell’allenamento e i risultati si vedono. Io sapevo che ero capace di segnare molti gol grazie alle punizioni, e adesso lo sto dimostrando anche in Italia”. Addestramento continuo, tecnica di base e un maestro: Marcelinho Carioca, ex stella del Corinthians, straordinario talento calcistico azzerato da una testa folle. Basti pensare che Marcelinho Carioca ancora oggi viene ricordato più per le sue fughe notturne a luci rosse dai ritiri che per i suoi imparabili calci di punizione. ”Ogni volta che giocavo contro Marcelinho Carioca o lo incontravo nei ritiri della Seleçao osservavo molto attentamente come batteva i calci piazzati, per capire come faceva. Lui riusciva sempre ad ottenere questo effetto che adesso ha reso famoso anche me, ovvero il movimento della palla che prima si alza e scavalca la barriera, poi si abbassa all’improvviso. Così per un portiere diventa molto difficile intervenire”. Con il gol di Parma, Marcos Assunçao è salito a quota quattro: tre calci di punizione (Atalanta, Bologna e Parma) e una rete normale (Juventus). Nel campionato dello scudetto, due reti e entrambe su calcio piazzato, vittime Inter e Brescia. Il suo primo gol italiano risale al settembre del ’99, Roma-Perugia 3-1: una rete anche in quel caso su azione, con un destro terrificante alla destra di Mazzantini. Ora, a forza di gol, sta tornando a cullare il sogno di partecipare ai prossimi mondiali. Fino a qualche tempo fa, l’ex centrocampista del Santos faceva parte del giro della Seleçao, poi le continue disavventure patite con la maglia della Roma l’hanno portato irrimediabilmente fuori strada. Ma lui non ha perso la speranza; anzi. ”Cafu ed Emerson verranno sicuramente chiamati ed ora possono aiutare me e Lima a conquistarci un posto. Stiamo facendo bene, e io ho dimostrato a tutti che posso coesistere con Emerson, ma è chiaro che l’ultima parola spetta al cittì Scolari: è lui che deve venire qui in Italia a vederci”» (Mimmo Ferretti, ”Il Messaggero” 11/12/2001). «Invece che andare ai mondiali alla fine del campionato 2001/2002 dovette correre in patria per liberare il fratello rapito: Si chiama Fabiano, non ha ancora compiuto diciotto anni. a Caieiras, il sobborgo di San Paolo dove vive la famiglia del centrocampista della Roma. I genitori del ragazzo avevano chiesto il silenzio stampa, preoccupati di creare pericolose tensioni tra sequestratori che le autorità locali ritengono appartenere alla piccola criminalità: la stessa cifra del riscatto richiesto (7 mila dollari, pare: poco più di 7 mila euro) sembrerebbe confermare il sospetto che la banda non sia composta da delinquenti ”professionisti”, bensì da balordi, se non addirittura da adolescenti della malavita paulista. Fabiano Assunçao è stato prelevato da un gruppo di sconosciuti col volto coperto, armati di coltelli e pistole. Si trovava nei pressi della casa dove vive assieme ai genitori Maurina e Waltemir e alle due sorelle. Con lui c’era il marito di una di queste. I rapitori hanno preso anche lui, liberandolo però due giorni dopo: l’uomo è cardiopatico e correva rischi gravissimi. Il rilascio è avvenuto grazie agli immediati contatti stabiliti con la banda. Contatti che proseguono e che Marcos Assunçao, raggiunta la sua città natale, spera di chiudere in fretta. Come di certo non è riuscito al milanista Kaladze, che da ormai quasi un anno non ha notizie del fratello Levan, sequestrato in Georgia. Marcos, che è stato capitano del Santos, il prestigioso club di Pelé, è il cittadino più celebre di Caieiras: un’autentica star sulla bocca di tutti. Fatto, questo, che deve aver attirato l’attenzione dell’anonima sequestri locale: ben 350 i rapimenti registrati a San Paolo nel 2001.Fabiano gioca al pallone come il fratello, che nei mesi scorsi aveva raggiunto a Roma, dove s’è allenato a lungo con la squadra giovanile del club giallorosso. A Trigoria gli uomini di Capello e i dirigenti della società si sono stretti commossi al fianco di Marcos Assunçao. Tutti insieme hanno deciso di liberarlo dall’ultimo impegno di campionato con una pietosa bugia: un bollettino medico ha diffuso la notizia di un risentimento muscolare sofferto in allenamento al brasiliano, che in questo modo non ha preso la strada di Torino ma è saltato sul primo volo disponibile per San Paolo» (st. pe., ”Corriere della Sera” 8/5/2002).