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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

Aston Ken

• . Nato a Colchester (Gran Bretagna) il primo settembre 1915, morto a Londra (Gran Bretagna) il 26 ottobre 2001. Arbitro di calcio. «Per chiudere una carriera iniziata nel 1936 gli fecero dirigere nel ’63 la finale di Coppa d’Inghilterra tra Manchester e Leicester, a Wembley: ”Il più grande onore di una vita, più grande che arbitrare una finale di Coppa del mondo”. Finì 3-1 per lo United e a fine gara, fatti i 39 passi verso la tribuna della Regina, da lei prese la medaglia d’oro alla carriera. Arbitrò perfino sotto le bombe, con elmetto d’acciaio indosso e maschera antigas nella borsa, ma per altri due motivi passerà alla storia del calcio. Gli italiani meno giovani lo ricordano, ancora oggi, perché governò in maniera indecente Cile-Italia del 2 giugno 1962, girone di qualificazione ai quarti della Coppa Rimet: finì 2-0 per i padroni di casa che picchiarono dall’inizio alla fine Maschio, Altafini e compagni. L’inglese, assediato allo stadio Nacional di Santiago da 60 mila spettatori urlanti, dopo 7 minuti cacciò il torinista Ferrini e alla fine del primo tempo lasciò in nove gli azzurri: fuori David. Nella ripresa il Cile picchiò ancora e passò: due a zero, Italia eliminata. Il secondo motivo di fama se lo garantì quando, alla vigilia dei mondiali del ’70, da presidente del comitato arbitri della Fifa suggerì l’adozione del cartellino giallo per l’ammonizione e di quello rosso per l’espulsione. Quindi, chiese (e naturalmente ottenne) l’introduzione della giacca nera per arbitri e guardialinee e inventò il concetto di quarto uomo. ”La questione dei cartellini era nata nel ’66, ai mondiali d’Inghilterra – raccontò - Il giorno dopo una durissima Inghilterra-Argentina i fratelli Jack e Bobby Charlton scoprirono di essere stati ammoniti leggendo i giornali. L’arbitro, tedesco che parlava solo tedesco, non era riuscito ad avvertirli sul campo. Bobby telefonò arrabbiato alla Fifa e quando rientrai nella mia casa nell’East London osservai con più attenzione quelle fila di semafori che diventavano gialli, poi rossi. Scattò l’idea: ecco i colori per capirsi sul campo in tutto il mondo”. Nella primavera del ’95 venne avvicinato al ”Cricket Club” di Singapore da un paio di scommettitori locali, che gli promisero 70 milioni in cambio di informazioni sugli arbitri corruttibili della Premier League: denunciò tutto alla Federcalcio inglese» (’la Repubblica” 27/10/2001).