varie, 12 febbraio 2002
ATTOLICO
ATTOLICO Francesco Bari 23 marzo 1963. Ex giocatore di pallanuoto. Portiere. Uomo simbolo del Settebello, con cui ha conquistato oro olimpico (Barcellona 1992), europeo (Sheffield 1993 e Vienna 1995) e mondiale (Roma 1994). «L’hanno etichettato in mille modi: l’Airone, l’Albatros, Kalì. Ma lui non s’è mai curato delle definizioni, modesto e schivo com’è. Piuttosto, s’è accostato con piacere a due grandi numeri uno del passato: ”Sono un po’ Trapanese con l’uomo in meno e un po’ Krivocapic in parità numerica” ripete […] La freddezza, dice, è la dote principale per un portiere. ” l’unico che non può sbagliare, è quello che non si deve mai fare influenzare dalle situazioni ambientali, deve dominare le emozioni, trasmettere sicurezza ai compagni, rimediare a un eventuale errore della squadra. Nel calcio, per esempio, come termine di paragone mi piace Buffon. Le altre doti? Bisogna avere riflessi, certo, ma soprattutto sentire la porta alle spalle, avere sempre proporzioni e distanze. Nel mio sport, poi, bisogna spingere molto con le gambe per ritrovarsi su: io ho il dono naturale di uscire molto dall’acqua e di restare su un po’ più degli altri, oltre a una buona memoria fotografica che mi permette di ricordare le caratteristiche di tiro degli avversari. Il resto lo fa l’esperienza”. […] Aveva iniziato a giocare da centravanti, nella Rari Nantes Bari prima, all’età di 15 anni, e nella Waterpolo Bari poi, in serie C: Durante un incontro, il portiere della sua squadra venne espulso e lui si cimentò tra i pali parando un rigore. Fu notato da Bruno Cufino, che lo volle con sé al Volturno in A-2, convincendolo con una straordinaria intuizione a cambiare ruolo. Aveva già 23 anni» (Franco Carrella, ”La Gazzetta dello Sport-Magazine” n.31/1998).