Varie, 12 febbraio 2002
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AZNAR José Maria Madrid (Spagna) 25 febbraio 1943. Politico. Ex premier spagnolo (1996-2004). Figlio e nipote di notissimi giornalisti, ideologo del ”centro riformista”, presidente dei popolari spagnoli dall’89 • «Un mostro di chiusa normalità, che non sorride quasi mai, né mai dimentica - ha rivelato la moglie - di riavvitare il tappo del dentifricio
AZNAR José Maria Madrid (Spagna) 25 febbraio 1943. Politico. Ex premier spagnolo (1996-2004). Figlio e nipote di notissimi giornalisti, ideologo del ”centro riformista”, presidente dei popolari spagnoli dall’89 • «Un mostro di chiusa normalità, che non sorride quasi mai, né mai dimentica - ha rivelato la moglie - di riavvitare il tappo del dentifricio. Aznar si diletta di testi tributari, vive al riparo della propria energica routine, pare detesti lo champagne, dicono che abbia brindato ad acqua minerale anche il giorno delle nozze. Ma ha governato bene come nessuno mai, in Europa, negli ultimi quarant’anni. Sul serio. il vero autore del miracolo economico spagnolo, il premier che per otto anni, nel tempo cioè di due legislature, ha garantito al suo Paese una vita pubblica al tempo stesso pacifica e appassionata. A 51 anni - un’età più che ragionevole - ha deciso di mollare il comando. Non di ritirarsi a vita privata, tantomeno in un monastero (come Carlo V), ma di chiamarsi fuori, per un po’. [...] Nel 1995, quando era capo dell’opposizione, un’autobomba dei separatisti baschi stava per fargli la pelle. [...] Un leader celebre per i suoi silenzi. [...] Un potente che ha fatto della calma la sua più ferma virtù. [...] Un premier che per anni ha speso tesori d’ingegno negoziale per districarsi tra gli autonomismi, i nazionalismi, gli indipendentismi e i separatismi dello Stato nazionale [...] vero e proprio leader anti-carismatico, prodigio apparente di modestia e basso profilo, fascinatore della medietas [...] così bruttino, così noiosetto, così abitudinario» (Filippo Ceccarelli, ”La Stampa” 15/3/2004) • «Chi avrebbe scommesso una sola peseta su di lui? Lo chiamavano Aznarìn per la sua statura e anche per lo scarso carisma in un paese abituato a icone venerate in tutto il mondo come Adolfo Suarez e Felipe Gonzalez. I socialisti spagnoli lo bollavano all’inizio con disprezzo definendolo ”un certo Aznar” perché era uno sconosciuto ispettore delle imposte, figlio e nipote di giornalisti, con l’aria del burocrate ministeriale più che del capo politico. […] Adesso è venerato e temuto. Ammirato e non più sottovalutato. Grazie anche all’abile lavoro di relazioni pubbliche della moglie, Ana Botella, comincia a piacere molto agli spagnoli che hanno bevuto il caudillismo con il latte: è un uomo normale in cui tutti possono immedesimarsi. E, quando proclama ”Espana va bien”, un numero sempre maggiore di spagnoli si riconoscono nel sogno di una nuova età dell’oro. […] Pedro Ramirez, direttore del quotidiano ”El Mundo”, dice che ”è l’esatto contrario di Gonzalez. Mentre quest’ultimo appare meglio di quanto sia, Aznar è meglio di quello che appare”. Il suo primo obiettivo è stato quello di pacificare, sia pure con mano di ferro, le famiglie all’interno del Pp, la principale causa del non decollo del centrodestra nella Spagna postfranchista […] Ha potuto eliminare a uno a uno gli esponenti più conservatori e spostare decisamente al centro l’asse del Pp, trasformandolo in un partito più giovane, più moderno e più pragmatico […] La confindustria è tutta con lui […] Anche con i sindacati i rapporti sono, tutto sommato, buoni […] Sul fronte europeo cavalca la battaglia, ”sacrosanta” per gli spagnoli, della difesa dei fondi di coesione e della produzione agricola […] I suoi maggiori problemi sono, oltre alla disoccupazione, Pujol e la Catalogna da una parte e l’Eta-Paesi Baschi dall’altra […] Dice: ”Il centro è un’attitudine. l’attitudine al dialogo. Le società sono tanto più forti quanto più all’interno producono dialogo fra il governo e le amministrazioni, fra la società e i suoi rappresentanti. In secondo luogo, il centro è un concetto politico: è la valorizzazione di un liberalismo profondo con un forte contenuto sociale e molto europeo”» (Pino Buongiorno, ”Panorama” 4/3/1999).