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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

BADOER Luca

BADOER Luca Montebelluna (Treviso) 25 gennaio 1971. Pilota di Formula 1. Ex collaudatore della Ferrari (1997-2010), nel 2009 in pista pr due Gran Premi al posto dell’infortunato Felipe Massa (ingaggiato dopo la rinuncia di Michael Schumacher, causa i pessimi risultati lasciò il posto a Giancarlo Fisichella) • «Gregario scelto, “perché essere collaudatore in un team di vertice, quale è la Ferrari, è meglio che fare il pilota in piccole scuderie”, ma pur sempre gregario, con migliaia di chilometri da macinare per gli altri, macchine da preparare che poi i colleghi più famosi, si chiamino Schumacher o Barrichello, portano sul podio, test senza pubblico e con pochi titoli sui giornali, a meno che in agguato non ci sia la sfortuna e uno spaventoso incidente che mette a repentaglio la tua vita. Badoer, quando ha cominciato a frequentare la Formula 1, nel lontano 1993, non aveva sognato tutto questo. Giovanissimo, appena ventiduenne, guardava con ammirazione quella Lola Ferrari, perché pensava che fosse il trampolino giusto e che quell’inizio sofferto un giorno lo avrebbe portato a lottare per il Mondiale, su una Ferrari sì, ma senza Lola, in gara con la Rossa, sospinto da migliaia di tifosi. Forse il trampolino era rotto, ma il salto non c’è stato, o perlomeno ha portato solo motori Ford, scuderie come la Minardi e la Forti, una Ferrari sotto il sedile, ma non alla domenica bensì nei giorni feriali, quando non c’è la televisione e gli unici occhi che guardano sono quelli dei pochi appassionati arrampicati sui cancelli e sui muretti, ai bordi della pista di Fiorano. I palloni rubati, che per un pilota sono le centinaia di giri percorsi, utili a prevenire rotture o figuracce, sono sempre serviti ai titolari per esultare la domenica. E Badoer si rammarica: “Volevo far carriera, non è il ruolo che sognavo”. Ma senza piangersi addosso: “È quello che ho ottenuto e cerco di svolgere il mio compito al meglio. […] È ovvio che mi piacerebbe correre nei gran premi, ma se devo farlo in un team di secondo livello è meglio restare alla Ferrari. A me piace guidare una macchina di Formula 1 e questa è la migliore che c’è sul mercato. Il mio ruolo è importantissimo, ne sono fiero. Il fatto che sia poco famoso, defilato, un po’ nascosto, non m’importa. Non sono Schumacher e nemmeno Barrichello, firmerò meno autografi, ma il mio ruolo mi appaga totalmente […] Da quando sono alla Ferrari, ho sempre molte richieste. Poi finisco per restare, perché è la scelta migliore. Guidare qui ti dà mercato, anche perché io conosco molti segreti della Rossa e questo mio bagaglio potrebbe essere sfruttato. Ma il gioco deve valere la candela”. Cioé non si può dire di sì di nuovo alla Minardi, sgomitare nelle retrovie e magari ritrovarsi a piangere in un angolo del box, come successe al Nurburgring. Era quarto, il mediano Luca, ad un passo dai suoi primi tre punti mondiali, quando il motore Ford andò in fiamme. Non si dice regista o centravanti, ma magari per una domenica poteva ritrovarsi ala destra, passare la metà campo, e invece niente. Botto, macchina posteggiata e addio al sogno di cancellare quel deprimente zero nello score dei piazzamenti. Non era destino» (Stefano Zaino, “la Repubblica” 23/1/2001). «La specialità di Badoer sono gli pneumatici. Per giornate intere assaggia in pista le decine di mescole sfornate dalla Bridgestone, ne valuta le caratteristiche, dà indicazioni ai tecnici. Poi ne parla a Schumi e Barrichello. [...] Lo stipendio è ovviamente top secret, tuttavia i soliti bene informati giurano che si aggiri attorno ai 500 mila euro, un miliarduccio delle vecchie lire. Cui si aggiunge il benefit di immagine di indossare la tuta rossa e di guidare la stessa macchina di Michael Schumacher. [...]» (“La Stampa” 22/11/2004).