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 2002  febbraio 13 Mercoledì calendario

BALLESTRA

BALLESTRA Silvia Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) 1969. Scrittrice. «Vicina a Pier Vittorio Tondelli per scelte ambientali e tipologie di personaggi, - un mondo marginale popolato di tossici, punk, studenti sfigati e incazzati – ha saputo inventare un suo linguaggio originale, una sorta di italo-pescarese duro e ironico. Le sue predilezioni? Carver, Céline, Arbasino, Blob, Nanni Moretti, i viaggi a Berlino, la cronaca nera» (’L’Espresso”, 7/1/1999). «Ha pubblicato nel ”91 Compleanno dell’iguana e l’anno successivo La guerra degli Antò. Del ”94 è la raccolta di racconti Gli orsi ; del ”98 La giovinezza della signorina N. N. Nel 2001 Nina. ”Ho bisogno di luce, forse perché non ci vedo benissimo. Quando comincio un libro mi trasferisco nelle Marche, dove ho una casa al mare. Non ci abita nessuno e posso migrare da un tavolo all’altro con il portatile […] Lavoro tre ore nel pomeriggio, quando mio figlio. E la sera, dalle 11 in poi, finché reggo. Ero inorridita dalla prospettiva di scrivere a ore fisse, ma non è poi così male. Prima di cominciare spesso mi lavo i capelli. Lo facevo anche quando studiavo. Pause? Mi alzo dal tavolo per qualche lavoro manuale, come lavare i piatti […] Certe pagine le ho riscritte 10 o 15 volte, togliendo e aggiungendo anche quando ormai il romanzo era in bozze […] Quando il libro è finito aspetto il giorno dell’uscita e faccio un giro d’ispezione nelle librerie, per controllare se è ben esposto”» (’Corriere della Sera” 13/3/2001). «’Io, Tondelli l’ho incontrato una volta sola. ”In’ Ancona” dice Silvia Ballestra e ride contenta perché usa l’espressione familiar marchigiana (”è la lingua di mia madre e di mia nonna, da cui ho preso le parole e insieme una visione del mondo”) [...]’Dunque Tondelli... Sì era il ”90, c’era un convegno dei giovani scrittori organizzato con la casa editrice Transeuropa di Massimo Canalini, quella per cui Pier Vittorio aveva realizzato il progetto Under 25. In quello stesso anno, nel terzo volume degli Under 25, Papergang, io pubblicavo il mio primo racconto. Tondelli mi saluta e mi dice: tu sei quella dello strip poker, alludendo al racconto. Siccome mi occupo dell’ambiente giovanile bolognese, lui è molto interessato. Anni prima, da studente fuori sede come me, anche lui era vissuto a Bologna. Poi mi parla della ”pantera’, cioè delle occupazioni delle università. Perché non ne scrivo? [...] io avevo preso la maturità scientifica a San Benedetto del Tronto e come tanti ragazzi di Marche e Abruzzo m’iscrivo all’università a Bologna. Facoltà di lingue. il 1987, in quello stesso anno leggo Altri libertini di Tondelli. L’anno dopo compro Belli e perversi, il secondo volume Under 25, appena l’ho finito di leggere mi metto a scrivere. Tre racconti, che spedisco a Transeuropa. Sette otto mesi Massimo Canalini mi telefona. Poco dopo parlo al telefono anche con Tondelli. Uno dei racconti sarà pubblicato. Poi ci vediamo tutti ”in’ Ancona… I rapporti diretti finiscono qui, anche perché Tondelli è malato. Non lo ha fatto sapere a nessuno, si ritira a Correggio, dove muore nel dicembre del ”91. Canalini che aveva diviso con lui l’avventura di Under 25 sa della sua malattia solo un mese prima [...] Io ho discusso a lungo con Massimo Canalini. Ci vedevamo spesso a Bologna, parlavamo di quello che stavamo leggendo, io leggevo Raymond Carver, a lui in quel periodo piaceva Andrea De Carlo. Lui mi indica Luigi Di Ruscio, Palmiro, che ancora oggi considero un testo fondamentale. Io gli leggo a voce alta le mie cose. lui che mi suggerisce di tirar fuori il personaggio di Antò Lu Purk, intorno a cui si svolgerà il mio primo romanzo, La guerra degli Antò. Dopo quella stagione, non ho più visto in Italia un lavoro così con gli scrittori. Oggi, dove sono gli editor? Se uno va via, anche nelle grandi case editrici non lo rimpiazzano... Perciò, è stato proprio eccezionale il lavoro di Transeuropa, che oltre tutto stava in Ancona, un posto pazzesco [...] Nel ”95/96 io e Mozzi riprendiamo il laboratorio e curiamo Coda, poi Demarchi curerà altri due volumi. Fra gli amici c’è anche Brizzi, ma lui non viene da Under 25: certo che quando leggo il manoscritto di Jack Frusciante dico subito a Canalini, guarda che con questo qui fai i soldi! Ma intanto è partito ”Ricercare’, l’incontro degli ex Gruppo 63, Balestrini, Barilli ecc., che a Reggio Emilia chiamano a raccolta i giovani scrittori. Io sono invitata già alla prima edizione, ”93, leggo dei testi miei e delle cose di Tondelli [...] Da lì è passato tutto il nuovo della letteratura italiana. La lettura a voce alta e il confronto a botta calda – con critici come Cortellessa, La Porta, Ottonieri – è un’esperienza importantissima. Perché quando attivi la ricerca, i risultati ci sono; se qualcuno t’invita, sei meno isolato, puoi andare avanti meglio. Era quello che aveva fatto Tondelli. Precisando un limite d’età, un tipo di argomento, più o meno i riti di passaggio (la prima canna, la prima scopata. ecc.) e poi discutendo sul come scrivere e riscrivere. Ma questo gli editori italiani di oggi proprio non lo vogliono fare [...] Perché la ricerca costa, è faticosa, ci devi investire. Chi legge i manoscritti dev’essere pagato; non si può pensare di saccheggiare un po’ qua e un po’ là. Col risultato che oggi c’è il deserto [...] Io leggevo Stephen King come tantissimi ragazzi, ma non si diceva perché era roba di serie B. Ma ho continuato a leggere thriller. Magari sentendomi una lettrice depravata, ma per questo posso dire la mia: James Crumley è un grande scrittore, Joe Lansdale mi sembra più che altro uno sceneggiatore di fumetti, Dan Brown è un monnezzone... [...] A me gli italiani del noir non piacciono. Non abbiamo ancora una voce come quella di Jean Claude Izzo. Arriverà, forse; forse si sta formando in questi anni, chi sa. Per ora comunque io non l’ho trovata [...] Nel ”94 lasciai Mondadori, era l’anno del governo Berlusconi. Passai a Feltrinelli, poi ci sono stati Baldini & Castoldi e Rizzoli” [...]» (Ranieri Polese, ”Corriere della Sera” 22/4/2005).