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 2002  febbraio 13 Mercoledì calendario

Barak Ehud

• (Ehud Brug) kibbutz Mishmar Hasharon (Israele) 12 febbraio 1942. Politico. Dal 2009 ministro della Difesa israeliano (governo Netanyahu) • Si arruola nell’esercito israeliano nel 1959, arrivando fino al grado di Generale. Pluridecorato, nel 1976 pianificò l’operazione Entebbe, in cui un commando liberò un centinaio di ostaggi tenuti da terroristi palestinesi nell’aeroporto ugandese. Nel 1995 è ministro della Difesa ed entra nella Knesset. Un anno dopo è leader del Partito laburista e nel 1999 diventa primo ministro. Assieme ad Arafat e a Clinton, partecipa ai tentativi di negoziato di Camp David nel 2000. Nel 2001 è sconfitto nelle elezioni a favore del Likud di Ariel Sharon • «Al liceo del kibbutz Mishmar Hasharon era il più piccolo (per età e per statura), il più timido e il più introverso del gruppo. Con alcune manie, vissute quasi sempre in solitudine: smontare gli orologi, scardinare serrature e vagare nei campi del villaggio agricolo alla ricerca di qualche pezzo di arma abbandonato nelle esercitazioni dai soldati del Palmach, l’unità combattente ebraica che poco più tardi sarebbe diventata il primo nucleo dell’esercito di Israele […] In quei campi sfoga la sua frustrazione dopo aver letto la lettera giallognola dell’esercito in cui gli si comunica la non idoneità all’aviazione. Diventare pilota era il grande sogno, il pensiero che lo aveva accompagnato durante la scuola e le lezioni di pianoforte con la vecchia maestra tedesca dalla quale aveva imparato a memoria quasi tutto Beethoven […] un amico a raccontargli della nascita di una nuovissima unità di combattimento d’élite, Sayèreth Matcàl, puntata tutta sull’informazione e l’intelligence. Ehud non ha esitazioni. Questa volta neppure la statura rappresenta un ostacolo […] Serve solo un nome tutto ebraico: Ehud adotta quello di ”Lampo”. Siamo nel 1959. Nel 1971 sarebbe già stato il comandante di tutta l’unità. I compagni gli hanno affidato un soprannome che gli sarebbe rimasto addosso tutta la vita: Napoleone. Unico punto debole, curioso per un soldato d’azione, eppure difetto che lo accompagnerà per tutta la carriera militare: la fatica di alzarsi al mattino. Sono anni intensissimi, tra azione, studi e guerre. Contemporaneamente alla carriera militare riesce a laurearsi in fisica e matematica presso l’università di Gerusalemme. Per vivere fa l’investigatore privato. […] Quando scoppia la Guerra dei sei giorni, nel giugno del 1967, è tra quanti invadono la Striscia di Gaza; poi passa a conquistare il Sinai settentrionale. Al quinto giorno di guerra lo trasferiscono sul Golan per guidare un’operazione contro i siriani. In poche ore la sua unità occupa un avamposto cruciale sul monte Hermon che servirà da base per penetrare fino alle porte di Damasco […] Dopo il tragico dirottamento in Algeria di un aereo in viaggio da Roma a Tel Aviv, al suo comando vengono affidate 12 missioni antiterroristiche. Nella più impornente, Israele attacca l’aeroporto di Beirut e fa saltare ben 14 aerei appartenenti a compagnie d’aviazione arabe. Dopo pochi giorni è sulle tracce dei terroristi che in un assalto all’Hotel Savoy di Tel Aviv hanno ucciso anche un suo amico, Uzi Yairi. Poco dopo è sul Canale di Suez a coordinare un’operazione delicatissima tesa a prendere in ostaggio un gruppo di ufficiali egiziani e costringere Nasser a uno scambio di prigionieri. Nell’azione però gli israeliani uccidono gli ufficiali. […] Nell’agosto del 1970 termina la guerra d’attrito con l’Egitto e Barak è già pluridecorato […] Nell’inverno del 1972, dopo tre sanguinosi dirottamenti, Israele prepara un piano per reagire prontamente al prossimo. Quando l’8 maggio un aereo della Sabena viene dirottato da Bruxelles sull’aeroporto di Ben Gurion (Tel Aviv) scatta il programma. Tra i protagonisti: Ehud Barak, a capo del commando, Yoni Netanyahu suo vice, e Benjamin Netanyahu alla guida di una terza squadra. Gli uomini, travestiti da équipe di assistenza tecnica all’aereo, si avvicinano al velivolo per offrirgli rifornimento di carburante, poi irrompono dalle due ali e dalle uscite di sicurezza. […] Quando il 27 giugno del 1976 un aereo Air France in rotta tra Tel Aviv e Parigi viene dirottato sull’Africa dopo lo scalo ad Atene, Barak è capo dell’Intelligence ed è lui che da Nairobi sorveglia quel che sta per accadere nell’aeroporto ugandesedi Entebbe dove le teste di cuoio israeliane preparano in poche ore un assalto all’aereo, riuscendo a uccidere i terroristi e a liberare gli ostaggi. sempre Barak a chiudere gli occhi dell’unico morto israeliano colpito nello scontro con i guerriglieri palestinesi: è Yoni Netanyahu, suo amico e capo del commando, fratello maggiore del premier al quale avrebbe strappato 23 anni più tardi la guida d’Israele. Per il soldato Napoleone è arrivato il momento di una pausa: parte per la California dove in due anni consegue la seconda laurea in analisi dei sistemi presso la facoltà d’ingegneria dell’università di Stanford. Rientra in patria, nel 1982 è promosso generale e capo della programmazione dell’esercito […] Nel maggio 1987 è vicecapo di stato maggiore dell’esercito. Nel 1991 è capo di stato maggiore. […] Solo nel luglio del 1995 comincia la vita politica, con Yitzhak Rabin che gli affida il ministero dell’Interno. Dopo l’assassinio di Rabin, viene spostato agli Esteri da Shimon Peres. Dal luglio 1997 è a capo del partito laburista […] ”Mia madre ha perso tutta la famiglia nel campo di Treblinka. Mio padre è rimasto orfano dopo alcuni pogrom (attacchi contro gli ebrei) in Lituania. I suoi genitori furono uccisi di fronte ai suoi occhi quando aveva tre anni. I miei genitori sono stati per me l’inizio di una nuova catena di umanità e di speranza. Abbiamo il sangue dei moderati maccabei e degli estremisti zeloti, ma dobbiamo stare attenti a non creare una nuova Sparta. E con la moderazione che si costruisce dopo essere sopravvissuti”» (Simonetta Della Seta”, ”Panorama” 3/6/1999).