varie, 13 febbraio 2002
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Bardem Javier
• Las Palmas (Spagna) 1 maggio 1969. Attore. Oscar 2007 come non protagonista per No country for old men. Nel 2000 nomination (protagonista) per Before night falls. Nel 2010 premiato come miglior attore al Festival di Cannes per Biutiful (aex-equo con Elio Germano) • «Gli spagnoli hanno scritto che al loro nuovo Banderas la porta del cinema l’ha aperta ”su contundente cuerpo”. Paragone fiero e riuscito per l’attore che si è portato a casa la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia per l’interpretazione del ruolo di Reynaldo Arenas, lo scrittore gay cubano morto suicida in esilio, nel film di Julian Schnabel Prima che sia notte. Il suo corpo è davvero contundente, fin da quel volto che diresti appena sbozzato nella pietra dura, con le narici spalancate e il naso da boxeur. Nato attore, da famiglia di attori, ha cercato solo per poco di ingannare il destino studiando pittura alla scuola d’arte. Ma buon sangue non mente: come sfuggire, dunque, alle sirene dei testi, se i tuoi nonni (Rafael Bardem e Matilde Munoz Sampedro) recitano e tua madre Pilar è una protagonista di spicco di televisione e cinema? […] diventato un volto e, soprattutto, un corpo esplosivo con i personaggi disegnatigli addosso da Bigas Luna in Prosciutto, prosciutto e, soprattutto, Uova d’oro. In entrambi i film è il macho possente e involuto, vittima della propria virilità sopra le righe e dell’esorbitante volgarità quotidiana. Diventato popolarissimo in patria e incatenato per sempre (così pareva) ai ruoli di maschio in calore, l’aveva presa bene: ”La gente ha bisogno di categorie e caselle. Non mi dispiace portare quest’etichetta di macho. Vorrà dire che sofrirò come Sean Connery, legato a filo doppio al personaggio di James Bond. C’è di peggio, e un bel giorno, alla fine, se n’è liberato!” […] Considera il suo punto di riferimento Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, ama Ladri di biciclette e i film di Martin Scorsese e ha dedicato il premio veneziano a Vittorio Gassman […] leggendaria la sua scarsa benevolenza nei confronti della stampa. ”Mi piace solo stare sul set, incontrare gli altri attori e i registi, studiare venti ore di seguito la parte a casa, confrontarla con il partner. Questo è il mio lavoro. Se bisogna promuovere il film già mi sento poco a mio agio. Mi ribello quando, in più, ti si chiede di parlare della tua vita privata. A dire il vero, non amo neppure rivelare qual è il mio metodo di lavoro. Sento e leggo tante risposte false, piene di sussiego. Perfino io ci sono cascato qualche volta. Se ti ritiri tre mesi in un convento per un ruolo o fai qualcos’altro altrettanto intenso, beh, fallo in silenzio. Raccontarlo diventa solo uno sfoggio narcisista, un trip egocentrico, ciè la debolezza suprema di tutti gli attori”» (Ottilia Lupino, ”Ciak” n.11/2000).