Varie, 13 febbraio 2002
BARESI
BARESI Franco Travagliato (Brescia) 8 maggio 1960. Ex calciatore. Col Milan vinse sei scudetti (1978/79, 1987/88, 1991/92, 1992/93, 1993/94, 1995/96), tre coppe dei Campioni (1988/89, 1989/90, 1993/94), due coppe Intercontinentali (1988/89, 1989/90) ecc. Campione del mondo nel 1982 (faceva parte dei 22 convocati da Bearzot, ma non giocò neanche una partita), vice campione del mondo nel 1994, bronzo nel 1990, in tutto 81 presenze e una rete in nazionale. Secondo nella classifica del Pallone d’oro del 1989 (dietro Marco Van Basten), quinto nel 1990, sesto nel 1993, ottavo nel 1988 • «Se il calcio moderno non rinnega l’eleganza pur avendo sposato la forza atletica, lo deve anche a lui, difensore di perfetta sintesi tra le esigenze dell’agonismo e quelle dello spettacolo. Il libero che, assieme a Scirea, più si è avvicinato al modello sublime di Franz Beckenbauer, entrando senza difficoltà nel calcio della zona e della intercambiabilità dei ruoli difensivi centrali, a propria volta proponendo un’interpretazione capace di fare scuola. […] Il Milan diventa presto, più che la sua squadra, la sua famiglia. Perde i genitori prestissimo, ricavandone un’ombra di malinconia nello sguardo che neppure le giornate più fulgide riusciranno a cancellare. Quasi inevitabile che il calcio diventi la sua vita. Non è alto di statura, ma possiede una naturale armonia di movimenti che trasforma ogni azzardo atletico, ogni recupero apparentemente proibitivo, ogni avanzata palla al piede nel semplice rotolare delle cose sospinte dolcemente dalla gravità. I piedi sono da centrocampista, la testa è quella di un libero, meglio, di un leader della difesa. Nils Liedholm, nocchiero del Milan in caccia della stella del decimo scudetto, non esita nel 1978 ad apporre sui suoi 18 anni i galloni da titolare, trasformandolo in uno dei punti di forza di una conquista esaltante. I senatori lo ribattezzano ”Piscinin”, piccolino, per l’età quasi imberbe. C’è Rivera al passo d’addio ed è naturale cogliere nel contemporaneo, felicissimo esordio del giovane l’ideale passaggio di testimone tra due bandiere. All’indomani di due retrocessioni in B, l’una per il calcioscommesse, l’altra per… demeriti sportivi, entrambe affrontate con l’orgoglio del campione che non abbandona la nave nel momento della tempesta, con l’avvento di Berlusconi alla presidenza rossonera intasca altri cinque scudetti, tre coppe dei Campioni, due coppe Intercontinentali, due Supercoppe europee, quattro Supercoppe italiane. In nazionale prima è chiuso da Scirea, poi da un infortunio di Bearzot, che lo ”vede” mediano nonostante l’esito negativo di qualche esperimento. Dopo, piovono solo applausi, per un totale di 81 presenze e una rete, con l’amarezza e le lacrime del rigore fallito nel mezzogiorno di fuoco di Pasadena a Usa 94, dove peraltro aveva già stabilito un incredibile primato, infortunandosi durante il mondiale e riuscendo a tornare in campo dopo l’intervento chirurgico. Le 531 presenze nel Milan (470 in serie A) ne fanno uno dei fedelissimi di tutti i tempi. La sua maglia, la numero sei, è stata ritirata dal club rossonero» (Carlo F. Chiesa, ”Calcio 2002” n.2/1999).