13 febbraio 2002
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Belanov Igor
• . Nato a Odessa (Ucraina) il 25 settembre 1960. Ex calciatore, Pallone d’Oro 1986. Con la Dinamo Kiev ha vinto la Coppa delle Coppe 1985/86. Vicecampione d’Europa nel 1988. «Il suo Pallone d’Oro fu il Pallone d’Oro della Dinamo Kiev. Non potendo premiare in blocco la formidabile armata che aveva affascinato l’Europa nella cavalcata alla conquista della Coppa delle Coppe, i corrispondenti di ”France Football” rivolsero le loro attenzioni al terminale offensivo di quella sofisticata macchina da calcio. Ne era indiscutibilmente il simbolo: attaccante rapido e agilissimo negli ultimi sedici metri, era anche in grado di sopportare un lavoro sfiancante fatto di continui scatti e recuperi che consentivano ai compagni gioco di sponda e insermenti. Un lavoro che non ne mortificava le caratteristiche, anzi le esaltava. Non era un campione, era un uomo squadra, uno di quegli attaccanti che nobilitano – a suon di gol – il meccanismo nel quale sono inseriti e si perdono quando vengono sradicati dal loro habitat. Lui stesso, a distanza d’anni, dimostra di avere le idee molto chiare: ”Quel Pallone d’Oro avrebbero potuto darlo a Zavarov, a Yakovenko, a tanti altri protagonisti di quella Dinamo. Ma l’uomo che l’avrebbe meritato più di ogni altro era in panchina: Valeri Lobanovski fu l’unico grande artefice di quell’impresa. Per me fu un secondo padre, gli devo tutto”. Fu proprio l’incontro con il Colonnello a spalancargli la via del successo [...] Arriva venticinquenne a Kiev dopo quattro anni d’apprendistato al Chernomorets [...] In nazionale vive la sua giornata di gloria il 15 giugno 1986: ai mondiali messicani la nazionale sovietica viene sconfitta agli ottavi dal Belgio per 4-3 ed è proprio lui ad umiliare per tre volte il grande Pfaff [...] Ma la sua stagione è breve: dopo il terzo titolo con la maglia della Dinamo, manca, il 25 giugno dell’88, l’appuntamento con la storia. Finale degli Europei a Monaco di Baviera, di fronte all’Unione Sovietica l’Olanda di Gullit e Van Basten. Sullo 0-0 fallisce il rigore del possibile vantaggio, gli olandesi invece non sbagliano nulla e vincono 2-0. ”Da allora non sono più stato lo stesso” confesserà qualche anno dopo. Ceduto al Borussia Moenchengladbach, collezionerà in due stagioni in Bundesliga la miseria di 4 gol in 24 partite, facendo parlare di sé più per le tragicomiche avventure della moglie cleptomane che per le imprese sul campo. ”Forse sono nato troppo presto. Di questi tempi magari sarei un altro Shevchenko”» (Carlo Caliceti e Marco Tarozzi, ”Calcio 2000”n. 2/2001).