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 2002  febbraio 13 Mercoledì calendario

Bening Annette

• Topeka (Stati Uniti) 29 maggio 1958. Attrice. Golden globe (protagonista commedia) nel 2004 per Being Julia e nel 2010 per The Kids are all right, nomination anche nel 1991 per Bugsy, nel 1999 per American beauty (protagonista dramma), nel 2006 per Running with scissors (protagonista commedia). Nomination all’Oscar per The Grifters (1999, non protagonista), American beauty (1999, protagonista), Being Julia (2004, protagonista) • «[...] la donna che è riuscita a domare il più ricercato playboy di Hollywood, Warren Beatty, sposandolo e dandogli quattro bambini. Ma tra una gravidanza e l’altra, ha saputo raccogliere tre nominations all’Oscar, prima con The Grifters, poi per American Beauty e [...] per Being Julia. [...]» (“La Stampa” 22/3/2006) • «Ancora al college, esordisce sulle scene e in televisione come ballerina e attrice. Arriva al cinema solo nel 1988 con Non è stata una vacanza ma una guerra! di Howard Deutch nella parte della moglie di John Candy. L’aspetto dolce, di donna dalla bellezza tranquilla e quasi banale, non le impedisce di affermarsi in ruoli eterogenei con cui riscuote un crescente successo di pubblico e di critica: è la giovane e disonesta fidanzata di John Cusack in Rischiose abitudini (1990) di Stephen Frears e la sensibile moglie di Harrison Ford in A proposito di Henry (1991) di Mike Nichols, nonché la moglie del boss mafioso in Bugsy (1991) di Barry Levinson [...] Dà una convincente prova della propria versatilità interpretando la moglie frustrata del protagonista nel pluripremiato American Beauty (1999) di Sam Mendes» (Cinema, a cura di Gianni Canova, Garzanti 2002) • «Sono cresciuta nella classica buona famiglia wasp del Midwest, dove tutto andava bene e se qualcosa non era perfetto si fingeva comunque che lo fosse. Per non ferire i miei genitori nascondevo loro una parte della mia vita. A un certo punto non ce l’ho fatta più. “Vi voglio molto bene” sono sbottata un giorno, ” ma della mia vita ho intenzione di fare quello che voglio”. Sono riuscita a farlo solo a 30 anni, non è patetico? Non vorrei parlare della mia famiglia. Per non offendere i miei dovrei farlo con tono pacato, ma in questo modo rischierei di sminuire la drammaticità della situazione e non vorrei proprio […] Nei primi anni Settanta facevo la baby sitter e così ho potuto constatare di persona gli effetti del femminismo: una valanga di divorzi. Entravo nelle case di queste trentenni e percepivo la loro frustrazione. Erano sposate da dieci anni con un ragazzo conosciuto al liceo, avevano lo stesso modello di station-wagon e la stessa identica fobia di restare chiuse tra quattro mura. Per loro l’aggettivo domestico era un sinonimo di catene […] Quando mi sono trovata io nella posizione di scegliere tra la realizzazione personale e la famiglia, l’ho fatto senza esitazioni. Ho smesso di lavorare per stare dietro ai miei tre bambini […] Mi chiedono spesso come ho fatto ad incastrare lo scapolo d’oro di Hollywood, come ho trasformato un single irriducibile in un padre di famiglia. Non lo so nemmeno io. Il nostro unico segreto è sostenerci a vicenda» (“Madame Class” n.12/1999).