Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 13 Mercoledì calendario

BERARDINELLI

BERARDINELLI Alfonso Roma 11 luglio 1943. Saggista. Critico letterario. stato docente universitario di Storia della critica e di Letteratura contemporanea in varie università italiane. Si è interessato soprattutto di poesia moderna, della forma ”Saggio” e dei rapporti fra intellettuali e potere. Nel 1985 ha fondato con Piergiorgio Bellocchio la rivista satirica e autobiografica ”Diario”. Libri: Il critico senza mestiere, L’esteta e il politico, La poesia verso la prosa, L’eroe che pensa. Disavventure dell’impegno • «[...] intellettuale ”di sinistra” [...] critico letterario brillantissimo, che l’anticonformismo non lo pratica soltanto a parole: qualche anno fa lasciò l’insegnamento universitario per dedicarsi semplicemente all’attività di saggista ”senza posto fisso” [...]» (Dino Messina, ”Corriere della Sera” 19/1/2005) • «[...] Non ho mai la certezza di avere un pubblico e, tantomeno, di conoscere le sua caratteristiche. un problema, sì. Ma anche uno stimolo perché è meglio l’incertezza che sapere in anticipo quale settore dell’opinione pubblica ti approverà. Un autore che scrive qualcosa di originale non conferma idee già acquisite. La cosa più interessante è rompere o superare certe preconcette divisioni ideologiche. Quando scrivo, mi sento un individuo che parla ad altri individui [...] Penso che la critica sia un genere letterario che richiede immaginazione e inventività. Oggi, come ogni altro scrittore, il critico deve ridefinire anzitutto davanti a se stesso i termini della propria attività e del proprio stile intellettuale. La distinzione tra creativo e non creativo mi sembra fuorviante. Francesco De Sanctis è stato uno degli scrittori più creativi dell’Ottocento italiano. Altrettanto si può dire, nel Novecento, di Erich Auerbach, di Walter Benjamin, di Giacomo Debenedetti [...] Non sono molti i romanzieri che abbiano prodotto qualcosa di più originale e avventuroso dei saggi di George Steiner o, in Italia, di Cesare Garboli... [...] Tutti noi siamo nelle mani del sistema dei media. Possiamo cercare con qualche astuzia di usarlo al meglio, ma modificarlo è quasi impossibile: ci trascende. Oggi poi nessuno domina intellettualmente la realtà come poteva avvenire per certi intellettuali dell’Ottocento o anche del primo Novecento [...] Se George Orwell non avesse pubblicato 1984, il suo ultimo romanzo, nel 1949, gli anni della guerra fredda, e non fosse stato utilizzabile in funzione antisovietica, sarebbe rimasto uno scrittore di scarsa fama. Se sei funzionale e utile a una parte politica diventi importante e influente, altrimenti no [...]» (Luigi Vaccari, ”Avvenire” 14/9/2005).