varie, 13 febbraio 2002
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GUSSALLI BERETTA Ugo Brescia 21 novembre 1937. Imprenditore. Presidente della più famosa fabbrica italiana di armi, un’azienda che la sua famiglia gestisce da quattrodici generazioni
GUSSALLI BERETTA Ugo Brescia 21 novembre 1937. Imprenditore. Presidente della più famosa fabbrica italiana di armi, un’azienda che la sua famiglia gestisce da quattrodici generazioni. La pistola 92, il modello forse più famoso, è in dotazione all’esercito americano, ai carabinieri, alla polizia. I banditi, invece, «sembrano preferire altre armi, non usano le nostre». Amante della caccia, si interessa di vino: «Possiedo una piccola cantina in Franciacorta, della quale si occupa principalmente mia moglie. Produciamo un vino frizzante, bianco e rosso» (’La Stampa” 4/2/2001). «Fin da ragazzo trascorre negli Stati Uniti dieci giorni al mese. amico della famiglia Bush che ha cominciato a frequentare alle convention del Safari Club, il circolo esclusivo degli amanti della caccia grossa. Con Bush senjor e junior non discute però solo di fucili da imbracciare e animali da stecchire. Spesso parla di più concreti finanziamenti elettorali. La sua azienda appoggia infatti la National ryfle association, la lobby dei produttori di armi, che lui ama descrivere come ”un’associazione che difende il concetto del diritto all’autodifesa. Un diritto sancito dalla Costituzione americana”. Non deve stupire perché Ugo Gussalli Beretta [...] tredicesimo erede della dinastia industriale più antica d’Italia, non è un uomo che ama i giri di parole. Ma un imprenditore. Un imprenditore fino al midollo. Anche per questo Silvio Berlusconi nel 2002, quando si trattava di nominare un nuovo ambasciatore negli Usa, pensa a lui. Gussalli Beretta prima sembra lusingato. Poi, non appena esplodono le polemiche delle organizzazioni pacifiste, si tira indietro: ”Non sono disponibile, ho un’azienda da seguire”. I rapporti con il presidente americano restano così quelli di sempre: più commerciali che politici, con George Bush junior che per andare a caccia imbraccia un Beretta S09, un fucile da soli 3,2 chili e ben 45 mila dollari di prezzo, veste con giubbotti Beretta e si rifornisce alla gallery Beretta di New York di cravatte di Marinella, stampate apposta per lui. Pure in Italia il feeling è tutto con il centro-destra, anche se Gussalli Beretta, non fa mistero di non aver mai apprezzato le spinte secessioniste della Lega Nord ed aver sempre preferito le posizioni di Gianfranco Fini e di Berlusconi. Nonostante questo, delle proposte della Lega ne salva una: la nuova legge sulla legittima difesa. Da sempre, del resto, è solito ripetere: ”Il cittadino deve aver il diritto di difendersi se lo Stato non riesce a proteggerlo. Poi, certo, le armi bisogna saperle usare. Ma è un problema di istruzione. Credo che non si farebbe male a mandare i ragazzini al poligono di tiro”. Occhi da orientale, faccia tonda e baffetti sottili che fino a qualche hanno fa riportavano alla mente quei caratteristi che nella Hollywood del primo dopoguerra impersonavano gli affaristi cinesi, Ugo Gussalli Beretta vive a Gardone Valtrompia, poco distante dai 75 mila metri quadrati della sua azienda, in una singolare residenza tra il liberty e il neogotico, progettato da suo nonno Pietro e da un amico, l’architetto Dabbeni. Due figli [...] i quali si occupano delle attività di famiglia (accanto alle armi, ormai c’è anche un’importante produzione di abbigliamento e di spumante), Gussalli Beretta ha pure aperto una fabbrica nel Maryland, rifornisce di Beretta 92 le Forze Armate e le polizie di Stato americane, ma anche la Gendarmerie nationale francese e la Guardia Civile spagnola. Il settore militare, pur restando il fiore all’occhiello dell’azienda, in termini di ricavi sembra destinato a pesare sempre meno, appena il 7 per cento su un fatturato consolidato da 388 milioni di euro nel 2004, contro i 369 milioni del 2003. Un impero che la famiglia Beretta controlla attraverso la Beretta holding che a sua volta fa capo alla Upifra, una società di diritto lussemburghese il cui acronimo sta per Ugo-Piero-Franco, i nomi cioè di Gussalli Beretta e dei figli. In passato Beretta è stato presidente degli industriali bresciani (dopo Milano e Torino la più importante associazione d’imprenditori d’Italia), ma il vero circolo a cui tiene di far conoscere la propria appartenenza è il Club internazionale Les Hénokien: l’associazione che riunisce le famiglie con alle spalle una storia industriale almeno bicentenaria e che al momento annovera appena 19 soci. Beretta, del resto, a una praticità completamente yankee sembra unire l’eccentricità della vecchia aristocrazia industriale europea. In un intervista ha detto: ”Bush caccia di tutto, soprattutto volatili. Io invece amo l’Africa e gli elefanti”. In che senso ama gli elefanti? ”Nel senso che gli sparo”» (Peter Gomez, ”L’espresso” 2/3/2006).