Varie, 13 febbraio 2002
BERGAMO Paolo
BERGAMO Paolo Livorno 29 aprile 1943. Ex arbitro di calcio. Ex designatore arbitrale, si dimise subito dopo lo scoppio di Calciopoli (maggio 2006). L’8 novembre 2011 il Tribunale di Napoli lo condannò a tre anni e otto mesi (associazione per delinquere) • «È l’arbitro internazionale che ha fatto più carriera come calciatore: arriva fino alla serie C, giocando nella Carrarese, finché l’intervento di un avversario sul ginocchio non lo costringe a smettere. Da qui l’arbitraggio: nel 1974 il debutto in B, nel 1975 quello in A, nel 1978 la nomina a internazionale: è uno dei più giovani [...] La sua carriera è costellata da tre episodi che l’hanno portato per mesi in prima pagina. Il 25 novembre 1980 sospende Milan-Napoli dopo tre minuti della ripresa perché la nebbia impedisce di vedere. Lo accusano di truffa a danno dei tifosi che dopo il primo tempo non hanno più diritto al rimborso del biglietto, interviene il pretore e l’11 febbraio 1980 viene scagionato, ma è costretto ad ammettere che ’al ritorno in campo non si vedeva, ho iniziato il secondo tempo nella speranza che la situazione migliorasse’. Il 10 maggio 1981 in un Juventus-Roma decisivo per lo scudetto annulla su segnalazione di fuorigioco del guardalinee il gol di Turone, in realtà valido come lui stesso ammetterà anni dopo davanti a i filmati. La gara termina 0-0 e la corsa scudetto della Roma finisce lì: vincerà la Juve e resteranno alla storia le polemiche del presidente giallorosso Viola (’questione di centimetri’) con quello bianconero Boniperti. Nel 1985 fa indagini personali per paura di restare intrappolato in un tentativo di corruzione dell’arbitro di Roma-Dundee di coppa dei campioni, il francese Vautrot: i faccendieri avevano tirato fuori il nome di un arbitro intermediario, ’Paolo’, e lui cerca di fare chiarezza in partenza. Alla fine è l’unico a pagare veramente, per omessa denuncia del tentativo di illecitodi cui era estraneo ma di cui era venuto a conoscenza, con quattro mesi di stop [...] Smette di arbitrare nel 1988 [...] Nel 1999 fa il grande rientro come designatore di A e B assieme a Pairetto e nel 2000 arriva anche la nomina alla commissione arbitrale Uefa» (Dizionario del calcio italiano, Baldini&Castoldi 2000). Sul calcio ai suoi tempi: «Era più lento, senza pressing. Almeno sino alla fine degli anni settanta. Dai Mondiali ’82, poi, il calcio si è velocizzato, sino all’arrivo di Sacchi che ha aperto una nuova era. Io ho diretto anche quel Milan, quello di Gullit e Van Basten. Ora il calcio è cambiato molto, dalle marcature larghe si è passati ad un gioco più muscolare e le nuove tattiche hanno mirato a distruggere più che a costruire [...] Si picchiava, eccome. Molti giocatori, come Riva e Liguori, avevano dovuto smettere dopo gravi infortuni di gioco. C’erano falli più plateali, ma erano complessivamente meno. Ora invece il fallo è diventato sistematico, tattico [...] La responsabilità è di tutti. Dei giocatori che dovrebbero essere più leali. Degli arbitri che dovrebbero essere più attenti nel punire [...] Abbiamo deciso, in accordo con il commissario Gianni Petrucci, di intervenire subito. Diremo loro quello che già abbiamo detto, e sin dalla scorsa estate, anche se i risultati non sono stati sempre soddisfacenti. Diremo loro che i falli sono in aumento e quindi gli arbitri devono essere più attenti, più duri, più fermi [...] Una cosa è certa, fermeremo questo calciocorrida. Speriamo solo di non essere soli in questa battaglia. Non si può più andare avanti così, ognuno si assuma le sue responsabilità. Noi le nostre ce le prendiamo. Ma bisogna fare qualcosa, e in fretta» (Fulvio Bianchi, “la Repubblica” 30/10/2001). «Siparietto polemico in diretta televisiva ieri pomeriggio per Paolo Bergamo. In collegamento dallo stadio di Bologna, dove aveva assistito alla partita Bologna-Roma, il designatore arbitrale era intervenuto alla trasmissione di Raidue Stadio Sprint. Incalzato dal conduttore della trasmissione, Enrico Varriale, sulle proteste degli allenatori per l’eccessiva severità degli arbitri nella lotta al gioco duro, ha dribblato più volte le domande: ’Preferisco non rispondere’. All’ennesimo tentativo di Varriale, si è arrabbiato: ’Pensavo mi voleste chiedere delucidazioni sulle indicazioni date agli arbitri. Vedo, però, che non mi fate questa domanda e allora vi saluto’. Così si è staccato microfono e auricolare ed ha abbandonato la diretta tv» (“Corriere della Sera”, 26/11/2001).