Varie, 13 febbraio 2002
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Berger Helmut
• Salisburgo (Austria) 29 maggio 1942. Attore • «’Durante un viaggio a Volterra, incontro Visconti che sta girando Vaghe stelle dell’Orsa. Restammo a guardare le riprese. Era notte, faceva freddo. Io già sentivo il suo magnetismo... Poi venni a Roma, e da quel momento Visconti è responsabile della mia felicità e della mia infelicità totale... Sono stato chiuso per parecchio tempo in via Salaria, a casa Visconti, con un bombardamento fra intellettuali, Moravia, Susan Sontag, Romolo Valli, la Magnani, Zeffirelli. E io, chi ero? La ’marchetta tedesca’. Sì, come scrisse Olga de Robilant sullo ’Specchio’: ’La marchetta tedesca che ha stregato Luchino Visconti’. Una sofferenza indicibile [...] Io ho vissuto la fine di Roma. Anni irripetibili. L’unica testimonianza sono le foto dei paparazzi che sono tutti diventati miliardari sputtanandoci. Mai ti fotografano prima! Solo dopo, quando sei disfatto. Uscivo di nascosto e rientravo alle sei di mattina, mi alzavo tardi. Però non c’era solo via Veneto: c’era anche il salotto di Franco Rosi... Ho conosciuto tutti. Ma ero sempre la marchetta tedesca. Costavo, questo sì. Una volta Luchino mi ha fatto arrabbiare, e io ho ordinato cinquanta camicie da Battistoni. Un’altra volta una Maserati, che ho ridato dopo tre giorni, così ha imparato a trattarmi male. Multe esagerate, come il dolore che avevo provato io. Ma anch’io spendevo tutto in regali dissennati come due teste scolpite da Sarah Bernhardt. Ero suo, lo sono ancora. Gli sono stato fedele per sei anni. Quando ho incontrato Nurejev volevo lasciare Luchino. Ma lui sentiva tutte le telefonate della mia stanza. Poi, è morto [...] Al funerale di Visconti tutti avevano gli occhiali neri. Tutto il funerale è Rayban Rayban... Io sono ancora la vedova. Almeno non abbiamo divroziato [...] Visconti è morto il 17 marzo del 1976. Un anno dopo, lo stesso giorno, ho tentato il suicidio... E il cinema mi girò le spalle. Perché non prendiamo Berger? Troppo viscontiano. Poi non si poteva per via dell’alcool, della cocaina. Non è vero! Perché tutti tiravano, tutti. Io poi ho ricominciato all’estero. Ho fatto tutto quello che volevo fare, con dignità. Non sapevo nemmeno di essere così bello, sennò facevo una strage”. Marisa Berenson è stata un vero amore. Florinda Bolkan l’amica di tutta la vita. Maria Niarkos voleva sposarlo. Jeanne Moreau l’ha amato. Cristina Onassis si era fatta bionda per lui. ”Se ero un gigolò, mi potevo sistemare proprio bene. E poi, l’ex moglie di Mick Jagger, Bianca... E senza scopare. Se le scopavo, non me ne liberavo più. Chi adoravo era Elizabeth Taylor, sempre col suo whisky in mano. Poi c’era sua figlia, Lyza Todd, di 16 anni, che era innamorata di me. Certe gelosie! E lei mi voleva mettere nel letto la figlia, io però non mi volevo chiamare Helmut Taylor. Ho vissuto più di tutti gli altri un amore felicissimo con Miguel Bosé. La cosa più straordinaria era sua madre, Lucia”» (Barbara Alberti, ”Sette” n. 70/1996; ”L’Europeo” n.11/2001). Film: La caduta degli dei (1969), Il giardino dei Finzi Contini (1970), Ludwig (1973), Gruppo di famiglia in un interno (1974).