Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 13 Mercoledì calendario

BERLUSCONI Silvio

BERLUSCONI Silvio Milano 29 settembre 1936. Imprenditore e uomo politico. Ex presidente del Consiglio: 1994-1995, 2001-2006, 2008-2011 (dimissioni il 12 novembre) • «Attivo nelll’edilizia dal 1962, nella seconda metà degli anni ’70 ha investito nel campo delle TV private, reso accessibile da una sentenza della Corte costituzionale ma non ancora disciplinato da una legge di settore. Nel 1978 ha fondato la Fininvest, capofila di un gruppo imperniato sulla comunicazione e radicato anche in assicurazioni, finanza, previdenza. Dal 1980 la presenza nell’etere si è sviluppata con Canale 5, poi con Italia 1 (1982) e Rete 4 (1984), oggi della società Mediaset, e con le tv commerciali all’estero (La Cinq in Francia, 1986; Telecinco in Spagna, 1989). Dal 1986 al 2004 presidente del Milan. Il nome di B. figurava negli elenchi della loggia P2 sequestrati nel 1981 a Castiglion Fibocchi. Anticomunista, vicino per anni a Bettino Craxi, ha attratto gran parte dell’elettorato del Pentapartito fondando nel 1994 Forza Italia [...] dopo che le inchieste su Tangentopoli avevano portato al collasso DC, PSI e alleati. Deputato ed eurodeputato dal 1994, presidente del Consiglio dal V al XII 1994 e, con i governi di centrodestra Berlusconi II e III per tutta la legislatura 2001-06. Il governo Berlusconi II (11.VI.’01-23.IV.’05) è stato il più duraturo della storia repubblicana. Dal I al XI-2002 ministro degli Esteri ad interim. Di nuovo presidente del Consiglio dal V-2008 dopo la vittoria del Popolo della libertà» (Garzantina Universale, 31 agosto 2008) • «Dopo la laurea in giurisprudenza, ha iniziato a operare nel campo dell’edilizia. Provvisto di scarsi capitali, ma sostenuto da un innato talento per gli affari e da strategici contatti con la Banca Nazionale del Lavoro e con il Monte dei Paschi, ha costituito nel 1961 la sua prima società, la Cantieri Riuniti Milanesi, che nel corso degli anni ha cambiato nome e finanziatori parecchie volte: Edilnord Sas, Edilnord centri residenziali, Italcantieri srl. Con queste imprese ha realizzato Milano 2, un centro residenziale alle porte della città, unica oasi verde in una periferia degradata e nebbiosa. Proprio da qui ha preso avvio la fortunata avventura televisiva di Berlusconi, con la pionieristica TeleMilano cavo, che trasmetteva ricette di cucina e film per le giovani e rampanti coppie residenti a Milano 2. Nel 1980 è stato costituito Canale 5, cui si sono aggiunte, nel giro di pochi anni e grazie alla totale deregulation in materia televisiva, Italia 1 (1982), Retequattro (1984) e poi le pay-tv (Telepiù1, Telepiù 2, Telepiù 3), che in seguito hanno dovuto essere cedute. Mentre si consolidava l’impero televisivo Fininvest, è iniziata anche la scalata editoriale per il controllo dell’informazione stampata: partita con l’acquisto del “Giornale” di Montanelli, è passata per il fortunatissimo “TV Sorrisi e Canzoni” e approdata nel 1990 con l’acquisizione del gruppo Mondadori. Nel 1995 Berlusconi ha lasciato la guida della Fininvest per dedicarsi all’attività politica: l’imprenditore edile che si era trasformato in uomo di comunicazione è “sceso in campo” nel confuso scenario preelettorale e in soli due mesi, con l’intento dichiarato di arginare il pericolo della sinistra, ha dato vita al movimento di “Forza Italia” con cui ha ottenuto un brillante successo nelle politiche del marzo 1994 e la carica di Presidente del Consiglio, mantenuta però solo fino al dicembre dello stesso anno. Sette anni dopo, alle elezioni del 13 maggio 2001, Berlusconi è stato nuovamente scelto come Presidente del Consiglio dagli italiani. Protagonista del mondo dell’imprenditoria, dello sport (come presidente del Milan) e della comunicazione, Berlusconi ha collezionato agiografie, ma anche perfidi pamphlet e un assortimento di ritratti da far invidia a una diva dello schermo. Il suo ingresso in politica ha dato luogo a un conflitto di interessi tra ruolo pubblico e attività private, che ha scatenato un acceso dibattito politico. L’avventura della televisione commerciale, da lui inaugurata, ha avuto il merito di dare impulso, attraverso l’offerta di nuovi spazi pubblicitari, alle piccole e medie industrie, che in precedenza non erano in grado di accedere ai canali Rai per propagandare i loro prodotti, e di aver costretto le reti pubbliche, abituate a una produzione dai tempi lunghi e rallentati, a rinnovare i palinsesti e a sperimentare nuovi ritmi di visione, rapidi e frantumati; al tempo stesso, ha piegato la produzione televisiva alla logica dello sponsor, nuovo decisivo interlocutore che ha sostituito il telespettatore come punto di riferimento nella programmazione, imponendo di trasmettere programmi capaci di trascinare il numero più alto di “contatti”» (Garzantina della Televisione, a cura di Aldo Grasso, 31 dicembre 2007) • «All’inizio del 1986 acquisisce la squadra di calcio del Milan da “Giussy” Farina, rilevandola in uno dei momenti più grigi della sua storia e portandola gradualmente ai vertici del calcio italiano, europeo e mondiale. Nell’estate del 1987 Berlusconi sorprende tutti con una scelta innovatrice, sostituendo Niels Liedholm e affidando la panchina rossonera al semisconosciuto Arrigo Sacchi. Gli inizi sono tribolati, ma Berlusconi difende l’operato del nuovo mister, che alla fine della stagione lo ripaga con la conquista dello scudetto (1988). Il Milan di Sacchi non si ferma lì: vince e dà spettacolo anche in Europa e nel mondo (nel 1989 e ’90 2 Coppe dei campioni, 2 Supercoppe europee e 2 Intercontinentali, oltre alla Supercoppa italiana del 1988), rivoluzionando per sempre il mondo del calcio e creando un paradigma di perfezione inarrivato. Quando nel 1991 il ciclo di Sacchi si esaurisce, Berlusconi affida la squadra a Fabio Capello: è l’inizio di un altro periodo d’oro, che frutta al Milan 4 scudetti (1992, ’93, ’94, ’96), 3 Supercoppe italiane (1992, ’93, ’94), una Champions League (1994) e una Supercoppa europea (1994). I rapporti con gli allenatori non sempre sono idilliaci, perché il presidente non risparmia suggerimenti tecnici. Nei confronti di Alberto Zaccheroni, per esempio, campione d’Italia nel 1999, le frecciate sono continue fino all’esonero in diretta tv dopo l’eliminazione dalla Champions League. I traguardi europei sono sempre in primo piano, e per riportare il Milan ai vertici nel 2001 Berlusconi chiama Carlo Ancelotti, che non tradisce le attese, conquistando uno scudetto (2004), due Champions League (2003, ’07), un mondiale per club (2007), 2 Supercoppe europee (2003, ’07), 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana. Entrato in politica nel 1994, Berlusconi delega le responsabilità ad Adriano Galliani, restando tuttavia sempre al centro del dibattito calcistico, lasciando ufficialmente la presidenza solo nel 2000, per poi riassumerla nel giugno 2006 una volta scaduto l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri. Una sua violenta critica a Dino Zoff, dopo la deludente finale dei Campionati europei del 2000, porta il ct alle dimissioni» (Garzantina dello Sport, a cura di Claudio Ferretti e Augusto Frasca, novembre 2008) • «Silvio Berlusconi è un uomo persuaso di non avere poteri. Berlusconi del resto è un uomo persuaso che camperà fino a centoventi anni. Berlusconi però adesso si è persuaso che, nonostante sia privo di poteri, non solo camperà ma governerà fino a centoventi anni. Cioè, facendo due calcoli, visto che è nato nel 1936, Berlusconi intende governare fino al 2056. Berlusconi conta che per allora avrà ridotto i parlamentari, abbassato le tasse, riformato lo Stato, separato le carriere del magistrati. Buona parte della sinistra è convinta che quest’uomo sia un dittatore fascista. Buona parte che sia il capo della mafia… Francamente non si capisce se state ridendo o piangendo» (Mattia Feltri, “La Stampa” 16/6/2010).