Varie, 13 febbraio 2002
BERNARDI
BERNARDI Lorenzo Trento 11 agosto 1968. Giocatore di pallavolo. «Il suo palmares è monumentale: su tutto i 9 scudetti tra Modena e Treviso e le 4 Coppe dei Campioni. In azzurro, dove aveva esordito a meno di 19 anni, il bilancio è di due Mondiali (’90 e ”94), 2 Europei (’89 e ”95), 4 World League e la Coppa del Mondo del ”95. A queste si aggiunge la medaglia d’argento di Atlanta. A quelle Olimpiadi è legato l’episodio più controverso della sua carriera, quando in semifinale si infortunò al piede, il che pregiudicò la sua finale contro l’Olanda. L’ultimo grande torneo fu agli Europei di Ostrava, nel 2001, richiamato dal ct Anastasi, da giocatore suo compagno di stanza una decina d’anni prima. [...] L’ultima palla la voleva sempre lui, e Tofoli lo accontentò nella finale del Maracanazinho contro Cuba. Così Lorenzo Bernardi mise a terra il punto del primo Mondiale dell’Italia di Velasco nel ”90. Se c’era uno per cui erano appropriati gli ”occhi di tigre”, quello era proprio Bernardi. [...] un esempio di perfezione: schiacciatore terribile, di elevazione, agonismo e manualità, è stato anche un ricevitore di tecnica sublime, qualità fuse in una gestualità fisica naturale e che non lasciava apparire alcuno sforzo. Non a caso la Fivb nel 2001 l’aveva dichiarato Giocatore del Secolo, nonostante avesse vinto meno di altri compagni della nazionale di Velasco (e poi Bebeto). [...]» (Corrado Sannucci, ”la Repubblica” 10/7/2007). «Passo per non essere simpatico, in campo. Ma, se per vincere occorre essere antipatici, io lo sarò sempre. Non mi va il ”buonismo” peloso: sono un guerriero, non nascondo la mia indole. Sempre nel rispetto della correttezza e contro l’arroganza, sia chiaro […] Dicono che le mie schiacciate decisive sono inzuppate di veleno: rende l’idea di una palla importante […] La nazionale l’ho sempre considerata come un club per l’estate. la squadra di tutti, dobbiamo sentirla nostra e portare entusiasmo» (Flavio Vanetti, ”Corriere della Sera” 30/4/2001). «Nei miei anni di Modena ho giocato anche da opposto, poi sono diventato schiacciatore e non sono più tornato indietro. Col talento nulla è impossibile» (Andrea Buongiovanni, ”La Gazzetta dello Sport” 26/9/2004).