Varie, 13 febbraio 2002
BERSANI
BERSANI Samuele Rimini 1 ottobre 1970. Cantante. Autore • «Tipetto all’apparenza quieto - uno che non alza mai la voce e al quale nessuno chiede mai un parere. [...] Scoperto e lanciato da Lucio Dalla. [...] Canta il quotidiano surreale che ci circonda» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 27/10/2003). «Nella vita di tutti i giorni non canto mai. Canto solo nei concerti e quando scrivo un nuovo disco [...] Mi considero più musicista che autore di testi. [...] Parto dalla musica, è lei che mi detta le parole, le armonie mi suggeriscono quello che devo dire [...]» (Renato Franco, "Corriere della Sera" 29/6/2004). «Vorrei essere chiamato cantastorie, perché credo sia fondamentale raccontare qualcosa [...] Ho sempre scritto canzoni molto diverse l’una dall’altra, senza seguire un filone preciso. E questo credo sia positivo. Quello che mi spinge ad andare avanti è la curiosità. [...] Non sono un metodico, quando sono sotto stress l’ispirazione mi arriva per disperazione. [...] Mi fa cagare molta musica rap: sono troppi quelli che fanno dei testi con il rimario e si vestono da rapper senza esserlo dentro. Poi mi fa cagare la musica di Sanremo, cioè il fatto che ci sia ancora chi dice: "Ma questa non è una canzone da Sanremo!". E mi fa cagare questo sistema che prima o poi ci obbligherà a fare canzoni da tre minuti e mezzo, altrimenti le radio non le passano. Così come non sopporto quel tipo di discografico che ti dice: "Bella Replay! Ma adesso mi fai una canzoncina carina per l’estate?". Infine mi fanno cagare quelli che ho amato di più, ma che a distanza di venti anni non hanno più niente da dire [...] L’unico modo che ho per lavorare è sapere che c’è una scadenza da rispettare [...] Il cinema è una delle mie grandi passioni: un giorno o l’altro mi piacerebbe scrivere una sceneggiatura» (Massimo Poggin, "Max" n.7/2000). «[...] Babbo musicista, mamma metteva i dischi a casa, nel senso che si ascoltava quello che le piaceva. Giovanna Marini. O Tenco, o gli Inti Illimani. Erano, per capirci, autentica sinistra romagnola. [...] Mi sono sentito sempre sfalsato. A dieci anni volevo averne venti, e così via [...] Io ho il difetto che non telefono, non scrivo, o almeno ci metto tantissimo a rispondere a chi mi cerca. Poi capita d’incontrare persone anche molto diverse da me e mi parlano delle mie canzoni. Nessuno mi chiede: parla di questo e quello.. Mi ascoltano e molti mi dicono, ho capito questo e quello [...]» (Antonio Dipollina, ”Il Venerdì” 24/1/2003).