Varie, 14 febbraio 2002
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Besson Luc
• Parigi (Francia) 18 marzo 1959. Regista. Tra i suoi film Nikita, Il quinto elemento, Léon, Giovanna d’Arco • «Da varie stagioni è con la sua EuropaCorp uno dei più potenti produttori francesi, al punto che il Festival di Montreal, consegnandogli uno speciale Grand Prix des Amériques, l’ha definito ”lo Spielberg europeo, contrappeso francese all’industria hollywoodiana”. ”Più che contrappeso, idea che assocerei alla mia mole attuale”, ironizza il lui, rigonfio sotto le felpe, sovrastate dal cespuglio biondonero della capigliatura d’istrice, ”preferirei esser considerato un’alternativa, il rifugio sicuro di autori che non hanno chance altrove. Non ho mai pensato di far guerra a Hollywood, eccellente fucina cinematografica. Nessuno, meglio degli americani, potrebbe realizzare un buon film americano. Sul fronte dell’arte non ci deve essere guerra, ma solo una gara di proposte, una specie di lotta pacifista: nel cinema, ciò che conta è solo la vittoria finale […] EuropaCorp non guarda solo al cinema spettacolare ma anche ai nuovi autori, ai grandi di domani. […] Nessuna velleità di competere con Hollywood. Come produttore, non parto mai dall’idea di conquistare fette di mercato Usa, ma di realizzare film nati dai nostri gusti, dai nostri sogni”» (Mario Serenellini, ”la Repubblica” 13/9/2002) • «Ho avuto un’educazione un po’ particolare. I miei genitori facevano gli istruttori di sub in Grecia e nei Balcani. Facevo una vita molto semplice: sole, mare, scogli. Ho cominciato ad andare a scuola a 10 anni. Prima era mia madre che mi dava lezioni. Poche e male, per la verità [...] Non leggevo e non andavo nemmeno al cinema. Mi bastava un sasso, un pezzo di legno, un fiammifero per giocare ore da solo. Il mio sogno era fare il delfinologo. [...] Ho l’impressione di essere stato allevato dalla natura. [...] Certo preferisco essere un uomo che una capra, ma penso che l’uomo, se vuole sopravvivere, deve imparare a convivere con la natura» (Cristina Taglietti, ”Corriere della Sera” 16/4/2004) • stato rimproverato di fare film tutti diversi: «Anche Stanley Kubrick e Milos Forman hanno fatto film diversi. Non mi interessa di fare film a ”la manière de Besson”. Offrire lavori sempre diversi è una forma di rispetto per lo spettatore che mi fa l’onore di seguirmi. Se avessi ascoltato i produttori avrei fatto Le Grand Bleu numero due, Nikita un-due-tre e Leon fino al decimo. Preferisco rischiare che il pubblico non ami tutti i miei film, ma che scopra ogni volta qualcosa di me che non conosce [...] Sono [...] anni che dico di no agli americani. Mi piace lavorare con loro, ma non per loro. L’unico scopo del cinema hollywoodiano è fare soldi. Una macchina da guerra che distrugge tutte le cinematografie nazionali. Si comportano come con il petrolio. L’America è una grande nazione, ma ha scelto un’economia capitalista che ha ucciso tutto il cinema europeo. una macchina cieca che gira senza riuscire a fermarsi [...]» (Alessandra Mammì, ”L’espresso” 9/2/2006).