Varie, 14 febbraio 2002
BETTARINI
BETTARINI Stefano Forlì 6 febbraio 1972. Ex calciatore. In serie A ha giocato con Cagliari, Fiorentina, Venezia, Bologna, Sampdoria, Parma. Ex marito di Simona Ventura (si sono separati nel 2004) • « stato il primo calciatore (e finora l’unico) ad accettare di sfilare in mutande mettendo in mostra il suo fisico statuario ed è stato applauditissimo dalla platea non solo femminile. Poi non si è tirato indietro quando un altro stilista gli ha chiesto di ricomparire in passerella con tanto di trucco. Ma ambizioso ed esibizionista lo è sempre stato, sin dai tempi della serie B. Del Bettarini calciatore le tracce si perdono di campionato in campionato, ma di lui si continua a parlare sempre, complice la popolarità della moglie Simona, di cui Stefano un giorno disse: ”Quando ci siamo incontrati non era proprio il mio tipo, con il tempo si è raffinata”. Non si sa di chi sia merito. Comunque adesso sono una coppia perfetta: belli, ricchi, famosi e prezzemolini. Insieme non si perdono una cena da Dolce e Gabbana con David Beckham e la moglie ex Spice, aprono ristoranti (l’ultimo è il ”Satin” a Milano), sono in prima fila alle sfilate di moda. Stefano però non nasconde di sentire il peso della popolarità di Simona, insomma un parente povero. Spesso ha cercato di togliersi di dosso il ruolo di ”signor Ventura” ma non gli è andata bene. Ad un certo punto della stagione voleva trasferirsi a Valencia: ”Così potrò dimostrare che sono solo Stefano Bettarini”. Niente, le trattative si sono rotte prima di cominciare. E neppure l’unica chiamata in nazionale da parte di Trapattoni - le malelingue dicono su pressione di Lele Mora, procuratore sia della moglie che del ct azzurro - è servita. Una comparsata e poi addio azzurro per sempre. Gli è rimasta soltanto la Sampdoria» (Giancarla Ghisi, ”Corriere della Sera” 21/5/2004). «Rui Costa mi diceva che ho un concorrente in giro per l’Europa: ”Dani, quello dell’Ajax, è il Bettarini del Portogallo. Il bellone inarrivabile”. Buon per lui […] Ero un disastro in matematica, avevo quattro, cinque, o giù di lì. Però quando mia madre Nice andava a colloquio con quella professoressa si sentiva dire: ”Ma è tanto bello, come ha fatto a fare un figlio così?”. E me la cavavo […] Se però fossi nato leggermente più brutto sarebbe stato meglio. Quanti allenatori mi dicevano o mi facevano capire che non avrei mai fatto carriera perché ero troppo bello […] Simona l’ho conosciuta all’inaugurazione di una discoteca, vicino Novara, il suo manager Domenico Zambelli mi chiama e dice: ”Vieni che ti presento Simona: è la ragazza per te, credimi”. Vado, anche se allora non la ritenevo esattamente il mio tipo di donna ideale. Arrivo, mi portano nel privé con tutti i vip, mi avvicinò e lei non mi guarda nemmeno, mi dà la manina smorta e con indifferenza mi fa: ”Ciao, ciao, piacere eh…”. Brutta stronza, mi sono detto. E tutta la serata l’ho passata dall’altra parte. Qualche tempo dopo siamo in Sardegna, Domenico mi chiama di nuovo e mi invita a passare un’altra serata con lui e Simona, che nel frattempo gli aveva detto: ”Ma non doveva essere bello il tuo amico?”. Hai capito ”sta fenomena!?. Li ho fatti aspettare fino alle tre di notte e non mi sono presentato. Il giorno dopo sono con un amico in spiaggia e insieme andiamo in giro con la moto d’acqua. Esco dal mare, Simona è la di fronte, distesa su una caletta, si alza, guarda Domenico e fa, tutta rapita: ”Ma chi è quel bel ragazzo?”. Ora le piacevo, hai capito? Da lì è nato tutto» (Matteo Dalla Vite, ”Guerin Sportivo” 29/9/1999).