Varie, 14 febbraio 2002
BIANCHINI
BIANCHINI Stefania Milano 4 novembre 1970. Pugile. Prima donna italiana a conquistare il titolo mondiale (Wbc Mosca a Rimini contro l’inglese Cathy Brown il 7 agosto 2005), il 29 marzo 2008 a Forlì fu sconfitta ai punti (98-91, 98-92, 99-90) da Simona Galassi. Sconfitta anche nella rivincita del 24 ottobre 2008 al Palalido di Milano • «[...] un’atleta che da ragazzina sognava di diventare brava nella ginnastica artistica, praticata fino ai vent’anni. Poi il cambio di itinerario, iniziando con la ”kick” per passare al pugilato nel ”96, nel momento in cui la federazione apriva alle donne. ”La scelta della boxe fu casuale – ricorda – . Dovevo migliorare nella tecnica dei pugni e andai a lezione dal maestro Stefano Sirtori. Mi innamorai della disciplina e iniziai a fare pugilato”. L’esordio da pro avvenne a Civitavecchia il 4 gennaio ”96: vittoria su Anita Rossoni. Tre mesi dopo, davanti a oltre 10.000 spettatori al Forum di Assago, per il titolo italiano, poi contestato e cancellato dalle solite diatribe interne, batte la romana Proietti. ”Prima campionessa italiana, ma anche europea. Conquistai la corona Webf a Copenaghen superando la favorita danese-africana Sengul Ozokcu nel ”99. L’anno prima avevo tentato quella iridata, ma la Halmich in casa a Monaco era imbattibile”. Nel 2003 conquista l’Europeo sotto l’egida dell’Ebu [...] Pioniera al passo con i tempi [...] ha sempre offerto l’immagine migliore di uno sport per molti negato alla donne. ”La mia è stata una scelta convinta e continua ad esserlo. La boxe femminile ha qualità schermistiche superiori ai maschi, e cancella la violenza esasperata. Il pugilato è stato un buon veicolo anche nella mia carriera fuori dal quadrato. Oltre al diploma Isef e alla laurea in Scienze motorie, lavoro come telecronista a Eurosport, interesso i media [...] Non sono un fenomeno, ma interesso le riviste e anche i quotidiani. [...] Prima italiana campionessa del mondo. Anche se il paragone può apparire irriverente, la Bianchini è il Carnera al femminile. Ai poli opposti delle categorie di peso: il friulano conquistò quella dei giganti nel 1933, la milanese, una ”bambina”, quella dei mosca. Lo stesso traguardo a distanza di 72 anni [...]» (Valerio Piccioni, ”La Gazzetta dello Sport” 9/8/2005). «[…] ”A vent’anni ho scoperto il karate, poi ho fatto un po’ di kickboxing, quindi la boxe. Mi sono sempre piaciuti gli sport di contatto. Ho un carattere forte, ma non aggressivo. Per fare la boxe ci vuole un buon fisico e buona tecnica. Ho quindi scalato classifiche e vinto titoli europei e mondiali. […] Mamma non è tanto contenta, ma va capita, papà sì. [… ] Ho un eccellente diretto sinistro. Ma anche con il gancio destro non scherzo. E dire che sono mancina […] Il rischio di farsi male è minimo. Se è per questo, ci sono altri sport dove si prendono calci sulle ginocchia e gomitate in faccia. Basket e calcio, tanto per far nomi […] Niente casco, perché la boxe così si snatura, ma un bel corpetto che para i colpi al seno. Adesso ne costruiscono di quasi invisibili”» (Claudio Colombo, ”Corriere della Sera” 23/2/2001).