varie, 14 febbraio 2002
BIANCO
BIANCO Pialuisa Lecce 6 dicembre 1951. Giornalista. Dal novembre 2008 coordinatore del think tank politico-economico-finanziario della Farnesina, o ”Forum strategico” e ”strumento di previsione e riflessione”. «[…] filosofo della politica sotto la guida di Lucio Colletti, poi inviato dell’Europeo, poi opinionista di centrodestra, poi conduttore tv, poi direttore dell’Indipendente, poi saggista, poi direttore dell’Istituto di Cultura italiana a Bruxelles […] era una bellissima ragazza fidanzata con un ragazzo di sinistra, futuro professore, frequentava i giri della Roma intellettual-gruppettara e si appassionava alla politica osservata dal vivo – lei nobile leccese abituata alla politica studiata – e finiva per abbandonare la carriera d’ateneo per dedicarsi alla cronaca parlamentare, e faceva innamorare (intellettualmente) Giampiero Mughini, collega e amico carissimo, e faceva invaghire schiere di pretendenti e si innamorava di un principe, sì, ma un principe rosso: Giulio Savelli, famiglia di papi, duchi e conti, editore di Porci con le ali, ex trotzkista dal comunismo troppo libertario per il Pci, poi fondatore del settimale ”Il leviatano”, leghista anomalo a Roma, intellettuale d’area Forza Italia-Ccd. Il percorso però è stato lineare, un percorso di coerente liberalismo, spiegava Giulio, in quegli anni, agli amici, e d’altronde Pialuisa, nel 2001, ha scritto un libro di grande successo intitolato L’Elogio del voltagabbana (edito da Marsilio), politicamente scorretto per definizione dell’autrice: un libro in cui Talleyrand e Churchill sono raccontati (e lodati) per il coraggio mostrato nel cambio di fronte. […] organizzatrice di convegni e tessitrice di contatti con grandi economisti e grandi studiosi e grandi banchieri […] quando era a Bruxelles fu subito bersagliata dai quotidiani belgi, e ciò nonostante procedeva e non demordeva e telefonava agli amici narrando di contatti importantissimi già avviati e sponsor miracolosi contattati e analisti prestigiosi allertati e mostre avventurose realizzate (fiore all’occhiello: quella sui reperti dei musei iracheni salvati dagli italiani). […]» (Marianna Rizzini, ”Il Foglio” 23/11/2008).