Varie, 14 febbraio 2002
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BIFFI Giacomo. Milano 13 giugno 1928. Cardinale. Fino al 2004 arcivescovo di Bologna. Compiuti gli studi ecclesiastici nei Seminari dell’Arcidiocesi Ambrosiana, è stato ordinato sacerdote a Milano il 23 dicembre 1950 dall’Arcivescovo Card
BIFFI Giacomo. Milano 13 giugno 1928. Cardinale. Fino al 2004 arcivescovo di Bologna. Compiuti gli studi ecclesiastici nei Seminari dell’Arcidiocesi Ambrosiana, è stato ordinato sacerdote a Milano il 23 dicembre 1950 dall’Arcivescovo Card. Alfredo Ildefonso Schuster. Laureatosi in Teologia nel 1955 con una tesi su La colpa e la libertà nell’odierna condizione umana, ha insegnato per alcuni anni nei Seminari dell’Arcidiocesi milanese. Dal 1960 al 1969 è stato Parroco ai Ss. Martiri Anauniani a Legnano, e dal 1969 al 1975 alla Parrocchia di S. Andrea a Milano. Il 19 febbraio 1975 è stato nominato Canonico Teologo del Capitolo Metropolitano di Milano. Vicario Episcopale per la Cultura dal 1974, nel 1975 è stato nominato anche Direttore dell’Istituto Lombardo di Pastorale. Nell’Arcidiocesi milanese ha ricoperto pure l’incarico di responsabile della Commissione per il Rito Ambrosiano. Il 7 dicembre 1975 Paolo VI lo ha nominato Vescovo titolare di Fidene, deputandolo Ausiliare dell’Arcivescovo di Milano Card. Giovanni Colombo. Per le mani dello stesso Card. Colombo ha ricevuto l’Ordinazione Episcopale nella Chiesa parrocchiale di S. Andrea a Milano l’11 gennaio 1976. Dal 1976 al 1982 ha fatto parte della Commissione Episcopale della C.E.I. per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura, di cui è stato Segretario dal 1979 al 1982. Nel 1982 è stato eletto fra i componenti la Commissione Episcopale per la Liturgia. Promosso Arcivescovo di Bologna il 19 aprile 1984, prese canonico possesso dell’Arcidiocesi il 1° giugno 1984, e vi fece il solenne ingresso il 2 giugno 1984. Eletto Presidente della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna il 7 luglio 1984. Creato e pubblicato Cardinale prete del Titolo dei Ss. Giovanni Evangelista e Petronio a Campo de’ Fiori da Sua Santità Giovanni Paolo II nel Concistoro del 25 maggio 1985. E’ membro delle Congregazioni per il Clero, per l’Educazione Cattolica e per l’Evangelizzazione dei popoli. "Il centodecimo successore di san Petronio, arcivescovo di Bologna dall’aprile del 1984, nominato cardinale da Giovanni Paolo II nel maggio del 1985, pastore dalla predicazione forte, possente, spesso controcorrente, bollato dai critici come ”reazionario”, esaltato dai seguaci come ”un pilastro della certezza della fede”. Da sempre sotto i riflettori mediatici, è divenuto popolare, anche al di fuori della cerchia ecclesiastica, quando definì l’Emilia- Romagna ”terra sazia e disperata”, così attirandosi gli strali di una sinistra allora egemone e l’infinita gratitudine di una Dc qui condannata all’opposizione. Anni dopo, commentò con ironia l’episodio: ”Non so se quella frase sia stata un’ispirazione dell’angelo o del demonio: certo ha avuto una fortuna immensa...”. [...] oratore di rara efficacia, è stato salutato dall’applauso interminabile di quegli stessi bolognesi che [...] al suo arrivo, accolsero con sorpresa e un pizzico di disappunto la franchezza con la quale il nuovo arcivescovo – nato a Milano, cresciuto nei seminari dell’Arcidiocesi Ambrosiana, ordinato sacerdote nel ’ 50 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster – confessò di ”essere venuto di malavoglia”. Ma bastò poco a Biffi per cambiare idea, ”per essere conquistato da questa città” come lui stesso più volte ha ammesso. [...] Un pastore severo, inflessibile nel denunciare ”cedimenti e mimetismi” della Chiesa, terrorizzato dalla ”cultura del niente, dalla libertà senza limiti e senza contenuti, dallo scetticismo vantato come conquista intellettuale”. Un uomo animato da profonda carità e zelo apostolico, che ama ripetere: ”Io ho puntato su Cristo la mia vita, l’unica vita che ho”. Nasce da qui il cardinale impetuoso, tutto dottrina e fede, che tanto ha fatto discutere in questi ultimi anni sulla questione islamica. Il Biffi che, di fronte ”alla violenta e sistematica aggressione al fatto cristiano”, rivendica il diritto- dovere di ”evangelizzare tutti, musulmani compresi”, propone di favorire l’immigrazione cattolica, si scaglia contro ”quell’inqualificabile spensieratezza travestita da altruismo”. [...] Ha detto di lui, Giulio Andreotti: ”E’ un illuminato conservatore progressista ben consapevole dell’apparente contraddizione di questa sintesi”" (Francesco Alberti, ”Corriere della Sera” 19/1/2004).