varie, 14 febbraio 2002
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Albert Florian
• Hercegzants (Ungheria) 15 settembre 1941. Calciatore. Pallone d’Oro 1967, quinto nel 1966, sesto nel 1965, sedicesimo nel 1964, diciassettesimo nel 1968. Tutta la carriera (1958-1974) nel Ferencvaros (squadra con la quale nel 1964/65 vinse la Coppa delle Fiere sconfiggendo in finale la Juventus). Medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1960, terzo agli europei del 1964, capocannoniere (sia pure a parimerito) ai mondiali del 1962. « nato con dieci anni di ritardo. Un campione come lui si sarebbe trovato a suo agio nella grande Ungheria di Puskas, Kocsis, Czibor, che nel 1954 sfiorò il titolo mondiale. Ma quando, a diciott’anni, esordì in nazionale, il 28 giugno 1959, l’età dell’oro era solo un ricordo […] Cresciuto studiando le evoluzioni di Hidegkuti, si ritagliò un ruolo analogo: era un centravanti di manovra, che di fatto aveva il compito di lanciare i due interni, Bene e Farkas, che erano i veri finalizzatori. Fu quello che fece in maniera superba il 15 giugno 1966 al Goodison Park di Liverpool in quell’Ungheria-Brasile 3-1 che segnò probabilmente il punto più alto della sua carriera. Il pallone d’oro però arrivò un po’ a sorpresa l’anno successivo […] L’onda del successo lo porterà un anno dopo a giocare con una rappresentativa Grandi Firme al Maracanà di Rio contro il Brasile. L’eleganza e la fantasia di questo trequartista ante litteram fanno colpo sui padroni di casa: il Flamengo gli propone di traslocare oltreoceano, ricevendo per tutta risposta un garbato rifiuto. ”Un trasferimento all’estero – spiegherà più tardi – non sarebbe stato compatibile con la morale sportiva socialista”. La sua carriera subì una brusca interruzione appena un anno dopo, quando a Copenaghen, in un match valido per le qualificazioni mondiali, si scontrò con il portiere danese Engedahl, riportando una brutta frattura a una gamba. Dopo un anno di riposo forzato, non fu più il campione di un tempo. Continuò a giocare fino al 1974, collezionando in tutto 537 presenza col Ferencvaros e 75 con la nazionale ungherese» (Carlo Caliceti e Marco Tarozzi, ”Calcio 2000”n. 2/2001).