Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 14 Giovedì calendario

Blochin Oleg

• . Nato a Kiev (Ucraina) il 5 novembre 1952. Calciatore. Della Dinamo Kiev e della nazionale sovietica. Pallone d’Oro 1975, quinto nell’81, uno dei migliori classe 1952 d’Europa (solo Simonsen più grande di lui, non Alain Giresse). «Figlio d’arte (la madre, Catherina Adamenko, era stata campionessa ucraina dei 400 piani), entrò giovanissimo nella Dinamo, con cui nel 1972, alla prima stagione da titolare, vinse la classifica marcatori, exploit che avrebbe ripetuto nei tre tornei successivi. [...] Che fosse destinato a lasciare un segno nella storia del calcio, fu chiaro a tutti la sera del 9 settembre 1975. Nella finale d’andata della Supercoppa europea tra la sua Dinamo Kiev e il super Bayern, inventò un gol di straordinaria bellezza, spolverandosi di dosso in pochi metri quattro avversari prima di castigare il portiere con un chirurgico diagonale. Aveva già ”firmato” la finale di Coppa delle Coppe, in maggio, dribblando tre difensori del Ferencvaros. Il 6 ottobre successivo, nel ritorno di Supercoppa, due sue reti affossano definitivamente i tedeschi: è nata una stella, consacrata a fine anno dal pallone d’Oro. La perla più brillante della grande Dinamo di Valeri Lobanovski, grazie a una perfetta miscela tra dirompenti doti fisiche e raffinate qualità tecniche [...] Dotato di un fisico esplosivo (1,80 d’altezza per 75 chili di peso), accreditato di 10’’8 sui cento metri, era attaccante e rifinitore dalla rapidità, di passo e d’intuizione, irresistibile. Funambolico nel dribbling, micidiale nel tiro di sinistro, ma anche col destro (’ho passato centinaia di ore d’allenamento a tirare contro una porta divisa in zone numerate dovendone centrare una, senza guardare”), si era addestrato nello scatto con l’amico Valeri Borzov, formidabile sprinter di quegli anni» (Carlo F. Chiesa, ”Calcio 2000”marzo 1999).