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 2002  febbraio 14 Giovedì calendario

Bogdanovich Peter

• Kingston (Stati Uniti) 30 luglio 1939. Regista • «Critico, scrittore e cinefilo, oltre che attore cresciuto nella scuola di Stella Adler e autore di film celebri come L’ultimo spettacolo, Ma papà ti manda sola?, Paper moon, E tutti risero, […] ”Lavoro molto con gli attori e credo che la recitazione sia la cosa più importante nei film, ma è difficile dire come si sceglie un interprete. Certe volte bastano dei piccoli, impercettibili gesti. Per esempio, quando cercavo la protagonista dell Ultimo spettacolo, capitò che una mattina mi arrivasse in albergo Cybill Sheperd, una modella che non aveva mai recitato prima. Io avevo appena fatto colazione e, sul tavolo, c’era un vaso con dentro una rosa; lei, mentre parlava, cominciò a giocherellare con quel fiore. La guardai e pensai che doveva giocare allo stesso modo con gli uomini, perciò decisi di prenderla. Insomma, si tratta di cose minuscole: George Cukor mi raccontò di aver notato per la prima volta Katharine Hepburn per il modo con cui aveva posato una tazza sul pavimento. Da quel gesto, pensate un po’, è nata la loro collaborazione […] Secondo me non sono le innovazioni tecnologiche a dare l’anima a un film; il video ha sempre l’occhio aperto e questo non mi piace, come non piace, con il digitale, l’idea di perdere la fase del montaggio. come quando il colore ha spazzato via il bianco e nero: il primo è molto difficile da controllare, tende a distrarre lo spettatore; il secondo, invece, è il più grande amico degli attori, concentra l’attenzione su di loro. Per il mio nuovo film, che è tutto basato sulle interpretazioni, ho detto subito a scenografi e costumisti che volevo solo le tonalità del bianco, del grigio, del nero e dell’argento. Nient’altro […] Vivere a Los Angeles è come vivere nelle sabbie mobili, ti tirano giù e tu devi sempre lottare per restare a galla; prima di tutto il clima è irreale, non ci sono le stagioni, fa sempre caldo e questo disorienta. Poi è una città dove tutti fanno la stessa cosa, dovunque vai ci sono persone che sfogliano copioni e sapere moltissimo di un solo argomento è una cosa da barbari. Insomma, se vivi sempre a Los Angeles è normale, alla fine, perdere il contatto con la realtà. Io, a un certo punto, in seguito anche a vicende personali, sono tornato a vivere a New York, il posto dove sono cresciuto, educato da un padre serbo e da una madre austriaca. Sono stato concepito in Europa, sarà per questo che mi piacciono gli intellettuali europei e che mi trovo a mio agio molto di più in certi luoghi del vecchio continente che negli Stati Uniti» (’La Stampa”, 7/1/2002).