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 2002  febbraio 14 Giovedì calendario

«Mio figlio ha la crosta lattea». Che cos’è la crosta lattea? Si presenta come un arrossamento della cute su cui compaiono squame giallastre ed untuose

«Mio figlio ha la crosta lattea». Che cos’è la crosta lattea? Si presenta come un arrossamento della cute su cui compaiono squame giallastre ed untuose. La sede principale è la testa, cioè il cuoio capelluto, ma può estendersi anche al volto, sulla fronte, sulle sopracciglia e sulle pieghe dietro le orecchie, alle ascelle, all’inguine e in altre zone del corpo. Compare in genere poco dopo la nascita e scompare spontaneamente nei primi tre-quattro mesi di vita. Non provoca prurito, a differenza della dermatite atopica che è molto pruriginosa e si presenta quasi sempre più tardi, dopo il terzo mese di vita. Da quali fattori dipende? Le sue cause non sono ancora completamente chiarite. Tuttavia è considerata una forma di dermatite seborroica, una forma, cioè, in cui le ghiandole sebacee - quelle che producono la pellicola di grasso, appunto il sebo, che normalmente protegge la pelle - funzionano troppo, provocando così l’irritazione della cute e la formazione delle squame. Pertanto il latte, sia quello materno sia l’artificiale, non ha alcuna responsabilità nella formazione della crosta lattea. In che modo si può curare? è solo un problema estetico: se è modesto, si può anche far finta di nulla e aspettare che passi spontaneamente in qualche mese. In ogni caso, per il bagnetto è sempre bene utilizzare preparati oleosi, evitando i saponi. Dopo il bagno si consiglia l’applicazione nelle zone interessate di una crema idratante ed emolliente. Per asportare le squame presenti sulla testa bisogna prima ammorbidirle (applicando la sera, con un piccolo massaggio, olio di vaselina) e, quindi, rimuoverle la mattina con un pettinino. Solo nelle forme molto estese e su prescrizione medica si può ricorrere, esclusivamente per pochi giorni, alle creme al cortisone: il cortisone è molto efficace, ma può provocare lesioni permanenti sulla pelle. Per questo va applicato sul viso con molta cautela. (Risponde il professor Modesto Mendicini, libero docente in Clinica pediatrica e Puericultura presso l’università La Sapienza di Roma).