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 2002  febbraio 14 Giovedì calendario

BOLLOR Vincent Boulogne-sur-Seine (Francia) 1 aprile 1952. Finanziere. Dal 2010 vicepresidente di Generali • «Padrone di un gruppo diversificato in trasporti, logistica, carta e media con 5 miliardi di ricavi, è protagonista da qualche anno di molti dei più aggressivi raid di Borsa a Parigi e in qualche caso anche a Milano

BOLLOR Vincent Boulogne-sur-Seine (Francia) 1 aprile 1952. Finanziere. Dal 2010 vicepresidente di Generali • «Padrone di un gruppo diversificato in trasporti, logistica, carta e media con 5 miliardi di ricavi, è protagonista da qualche anno di molti dei più aggressivi raid di Borsa a Parigi e in qualche caso anche a Milano. Oltralpe ha lanciato blitz su Bouygues, Pathè e infine su Rue Imperiale de Lyon, una delle holding di controllo di Lazard. Uscendo in quasi tutti i casi con forti plusvalenze che gli hanno garantito una dote stimata in un miliardo circa da investire in nuove avventure azionarie. In Italia oltre alla partecipazione in Mediobanca controlla secondo indiscrezioni anche una quota di poco inferiore del 2 per cento nel capitale di Olivetti» (’la Repubblica” 7/3/2003) • «Ha 2 mila miliardi di liquidità in tasca e la reputazione di raider […] Sposato con quattro figli, cattolico, la domenica mattina corre nella campagna intorno a Parigi per un’ora e 50 minuti, perché ”correre insegna la perseveranza”. Siede da 10 anni nel Consiglio della Banca di Francia. Il suo motto è: ”Bisogna saper fare danzare la vita”. […] Amicizia di ferro con Antonie Bernheim: ”Era un amico dei miei genitori: era in classe con mio padre e andava in vacanza dove erano in villeggiatura mia madre e mia zia. Veniva a casa nostra. Quando sono entrato nel mondo degli affari sono subito andato a trovarlo e lui si è preso cura di me. Bernheim che ha trasformato Lazard in una grande banca internazionale. lui che ha permesso a Generali di diventare importante in Francia e in Germania. Maranghi farebbe bene ad ascoltarne i consigli: Bernheim è l’uomo più intelligente di Francia e negli ultimi 30 anni ha fatto i più grandi deal nel Paese. Ha fatto la fortuna di Bernard Arnault. Ha consigliato a François Pinault di comprare il gruppo Printemps e Redoute […] adora l’Italia, è più italiano che francese, sua figlia ha sposato un italiano”. […] ”Bernheim ha contribuito molto a sviluppare il mio gruppo: ogni volta che ho ascoltato i suoi consigli ho guadagnato un sacco di soldi”. […] ”Il gruppo esiste dal 1822, io sono arrivato al comando venti anni fa. Dalle attività tradizionali di pellicola e carta ultrafina, grazie a Bernheim abbiamo diversificato in settori come i trasporti marittimi, le piantagioni (olio di palma e caucciù) o la distribuzione di petrolio. […] Grazie ai suoi consigli siamo diventati uno dei primi 200 gruppi industriali in Europa, con 28 miliardi di franchi francesi di giro d’affari (circa 6 mila miliardi di lire, ndr) e un utile netto di 917 milioni nel 2000”. […] ”La famiglia sono io e ho il 54% di Bolloré Investissement, la holding quotata in Borsa. Allianz ha il 25% del capitale, la famiglia Agnelli il 5%, la famiglia Rupert il 5% e il Group e Ama il 3%. Il resto, intorno all’8%, è flottante. Il controllo familiare ne fa un gruppo indipendente. Non abbiamo debiti con le banche e non facciamo affari con lo Stato per strategia, per non avere niente a che fare con la politica […] Reputazione di raider: ”Ho guadagnato molti soldi in Borsa. Ma non ho mai fatto operazione ostili: né con Rue Imperiale, né con Pathé” […] ”Sono un investitore da Old Economy: preferisco società poco care ma sicure”» (Giuliana Ferraino, ”Corriere della Sera” 6/5/2002).