Varie, 14 febbraio 2002
BONCOMPAGNI
BONCOMPAGNI Gianni Arezzo 13 maggio 1932. Regista. Protagonista, accanto a Renzo Arbore negli anni ”60 e ”70, dei programmi radiofonici Bandiera gialla e Alto gradimento. Nel 1977 l’esordio in tv con il programma musicale Discoring. Poi è autore e regista di Pronto, Raffaella? (1984), condotto dalla Carrà, e di Pronto, chi gioca? (1985), condotto da Enrica Bonaccorti. Dal 1987, per tre anni, gli viene affidata l’ideazione e la realizzazione di Domenica in. Nel 1991 passa a Mediaset (allora Fininvest), dove realizza Primadonna condotto da Eva Robin’s e soprattutto Non è la Rai, il programma con cui ha lanciato Ambra Angiolini, vero e proprio personaggio da lui creato. Tornato alla Rai, nel 1996/97 è autore e regista di Macao, con Alba Parietti. Nel 1998 Macao 2, senza Alba, chiude in anticipo per mancanza di ascolti. Parecchie polemiche anche l’anno successivo, quando la Rai decide di chiudere Crociera per il linguaggio troppo sboccato. Nel 2002 ha riassaporato il grande successo con la trasmissione Chiambretti c’è • «[...] è l’autore di Pronto Raffaella, di Non è la Rai, di Macao [...] Una vita in Rai e quattro anni a Mediaset, il tempo di fare Non è la Rai, le ragazzine che ballavano e cantavano, Ambra, l’auricolare. [...] ”Fu Berlusconi a chiamarmi. Dopo Pronto Raffaella mi avevano fatto la corte tutti quanti. Era stata una rivoluzione. Prima c’era il monoscopio. Con Pronto Raffaella avevamo intercettato le massaie. A me piace quel pubblico [...] Andai in Svezia a 18 anni con un mio amico e ci rimasi otto anni [...] Nella mia città, Arezzo, negli anni ’50 non c’erano nemmeno i semafori. Erano tutti comunisti e si sposavano tutti in chiesa [...] Abbiamo passato anni ad Arezzo e non si faceva niente. Dopo aver mangiato la minestrina a casa, ci vedevamo in piazza Guido Monaco, quello che ha inventato le note musicali, alle due. Una piazzaccia, non c’erano alberi, sembrava di stare a Bengasi. Nessuno di noi aveva soldi, tranne uno che si chiamava Sacchi e che comprava due Nazionali, mi ricordo, due Nazionali. Non facevamo niente. Ma leggevamo tanto. Ad Arezzo non c’erano nemmeno i telefoni. E in quei pochi che c’erano, si urlava. ”Prontooooo!’. Quando vidi gli svedesi che al telefono sussurravano pensai che mi stessero prendendo in giro [...] Non esistevano donne ad Arezzo. Ricordo solo uomini. Al massimo strane compagne di scuola tutte intabarrate in maniera tale che non si capiva che cosa c’era sotto. Grembiuloni, cappottoni. Aliene [...] La prima volta che tornai ad Arezzo, in treno, alla stazione sentii l’annuncio: ”Arezzo, stazione di Arezzo’ Mi dissi: ”Non ce la faccio, torno indietro’. Sembrava di tornare nel Medioevo [...] Ho avuto momenti di grande passione. Isabella Ferrari mi piaceva tantissimo. Era una storia d’amore molto tenera, bella. Claudia Gerini non ne parliamo, fu una storia stupenda [...] In Svezia. Ho fatto l’interprete ad un’asta di pellicce. Mi hanno dato un’enormità, 300 mila lire. Spesso facevo lo chaperon agli italiani importanti che arrivavano in Svezia. Quando Quasimodo venne per l’Oscar lo accompagnai dovunque, musei, gallerie. Alla fine, distrutto, mi disse: ’Ma qua non si fotte?’ [...] Per un po’ ho scritto novelline, racconti, short stories. Una cosa noiosissima. Quando non ce la feci più mandai all’editore dei racconti di Agata Christie [...] L’editore mi chiamò e mi disse: ”Gli ultimi racconti fanno schifo’. E mi licenziò’. [...] Le canzoni. Ho scritto Il mondo, la canzone di Jimmy Fontana. Ci ho comprato una casa. Venti milioni. Tutte le canzoni di Raffaella ancora mi rendono un sacco di soldi [...] Alla Rai sono sempre passato per comunista. Quando ti attribuiscono una patente è come un marchio. Comunista? Comunista. Ma comunista all’acqua di rose. Mica un attivista [...] Ho sempre votato comunista, frequentavo Giorgio Amendola, ed ero amico di Giorgio Cingoli, direttore di Paese Sera. Laureato comunista. Ma non facevo le manifestazioni [...] Però andavo a festeggiare a Botteghe Oscure quando si vinceva [...] Sono sempre uno di sinistra, però è una cosa così vaga. Quelli di sinistra sono noiosi, religiosi. Ma sono noiosi anche quelli della sinistra che vanno a destra. Io in ogni caso ho anche amici a destra. Il mio più caro amico è un senatore di An, Giuseppe Consolo [...] Dei politici me ne piace solo uno. Francesco Cossiga. Incondizionatamente. originale, colto, brillante, racconta cose meravigliose. Un vero entertainer [...] Berlusconi? Come politico? Preferisco non parlarne. sempre stato gentile nei miei riguardi. Non ne voglio parlare male [...] L’ho incontrato a via dell’Anima. Mi convinse subito. Era un venditore nato. Ma non mi ha dato la sòla. Anzi mi ha dato un sacco di soldi. [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” 31/7/2003).