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 2002  febbraio 14 Giovedì calendario

BORDIN

BORDIN Gelindo Longare (Vicenza) 2 aprile 1959. Maratoneta. Medaglia d’oro alle olimpiadi di Seul, 1988. Adesso direttore marketing della Diadora • Fu il primo azzurro «[...] a conquistare l’oro sui 42 km ai Giochi, anche se a Londra, nel 1908, un altro italiano con un nome che sembra un gerundio, Dorando Pietri, aveva tagliato per primo il traguardo della maratona ma era stato poi squalificato perché sorretto a pochi passi dal filo di lana dai giudici. [...] ”Ricordo bene il passaggio al 38mo km: io, il keniano Wakiihuri e il gibutiano Saleh guidavamo la corsa e proprio mentre stavo pensando a come poter impostare la volata, loro due mi hanno staccato. Lì sono crollate tutte le mie speranze e i 500 metri successivi sono stati durissimi. Ma non ho mollato. Al 40mo chilometro ho ripreso Wakiihuri e poco dopo ho superato Saleh. Ecco, quando mi sono trovato al comando da solo, per 3-400 metri ho provato un pizzico di panico, perché guidare una maratona olimpica non è qualcosa a cui si possa essere preparati ... Ma poi, quando sono entrato nello stadio e ho fatto quel giro di pista da solo, beh, non ci sono parole per spiegare l’emozione che ho provato. Spero che le donne che ho avuto non si arrabbino se dico che è stato il momento più bello della mia vita. [...] La vittoria agli Europei di Stoccarda dell’86 è quella che mi ha fatto capire che sarei potuto diventare un atleta di alto livello. Poi c’è stato il bronzo ai mondiali di Roma 1987: in una gara corsa male, con una partenza troppo lenta, mi sono reso conto che potevo competere con i migliori e mi sono detto che sarei andato a Seul solo per vincere. L’oro agli europei di Spalato nel 1990 è stato la riconferma di quello olimpico e sempre quell’anno ho vinto la maratona di Boston, la più antica e la più prestigiosa, a mio parere. Nessuno, oltre a me, è riuscito a fare l’accoppiata Giochi-Boston, e ci hanno provato tutti i più grandi maratoneti [...]» (Daniele Bresciani, ”La Gazzetta dello Sport-Magazine” n.43/1998).