Varie, 14 febbraio 2002
Tags : Willer Bordon
BORDON Willer Muggia (Trieste) 16 gennaio 1949. Politico. Da ministro dell’Ambiente del secondo governo Amato condusse una dura battaglia contro radio Vaticana per la questione dell’Elettrosmog: «Sono orgoglioso di essere Don Chisciotte
BORDON Willer Muggia (Trieste) 16 gennaio 1949. Politico. Da ministro dell’Ambiente del secondo governo Amato condusse una dura battaglia contro radio Vaticana per la questione dell’Elettrosmog: «Sono orgoglioso di essere Don Chisciotte. Ho toccato interessi reali, dov’erano gli altri?» (’la Repubblica”, 14/4/2001). «Gli piace passare per matto: spesso si definisce così e, se lo considerano tale, è pure ben contento. Ma [...] non è affatto matto: è savissimo. Secondo alcuni, semmai, è una specie di macchietta (nei corridoi del Parlamento c’è, per esempio, chi lo chiama ”Vieni avanti, Bordon”). Secondo altri, invece, è un gran furbone o, come dicono a Roma, un paraculo. Maldicenze impietose, d’accordo, volgari insinuazioni. [...] Istriano di Muggia, occhi spiritati, baffoni da gendarme di Papa Re, è un esibizionista nato. Una decina d’anni fa, per esempio, ha recitato in un film di Ettore Scola: nei titoli di testa, figurava, tra i generici, col nome di Bordoni. E [...] ha aperto il suo appartamento, sui Castelli romani, a un fotografo di ”Repubblica”: oltre al suo studio, le immagini a colori pubblicate sul quotidiano ne hanno mostrato tutto il resto: le sue iniziali (W. Br.) ricamate sulle federe dei cuscini, il vitello tonnato nel frigo, persino i sanitari. In politica, quando ha esordito come deputato comunista, ha subito sbandierato una bizzarra vocazione libertaria iscrivendosi anche ai radicali di Marco Pannella: caso, senza precedenti per un militante del Pci, che gettò nella costernazione la vecchia guardia del partito. Ma si è esibito pure come animatore di vari movimenti: ha benedetto i referendum di Mario Segni, è stato la levatrice di Alleanza democratica, si è accoppiato con Antonio Di Pietro per dar vita all’Italia dei Valori. E nel 1996, al termine di questo vagabondaggio, ha coronato una sua vecchia ambizione entrando, in nome e per conto dei Democratici, nel governo di Romano Prodi. Da allora, come statista, si è mosso parecchio ma ha soprattutto esternato decisioni, impegni e propositi, incombendo quotidianamente, sui giornali o in tv, come gli ufficiali dell’Aeronautica addetti alle previsioni del tempo. Qualcosa, intendiamoci, l’ha fatto. Ma, il suo, è stato, principalmente, un ireffrenabile blablabla. Uno dei suoi primi annunci più importanti risale all’estate del 1997, quando nel ruolo di sottosegretario ai Beni culturali, ha assicurato che avrebbe fornito nuove divise ai custodi degli scavi di Pompei: per la verità, il Paese non ne sentiva un gran bisogno. Da ministro dei Lavori pubblici nel governo di Massimo D’Alema, si è distinto invece nel promettere, ”con blitz spettacolari”, lo smantellamento dei cartelloni abusivi che deturpano le città: siamo ancora in attesa dell’evento. Come titolare dell’Ambiente, nel gabinetto Amato, ha moltiplicato il numero delle domeniche a piedi: [...] è stato però scoperto, in pieno centro, a Roma, sulla sua auto blu. Che distratto. Ma Bordon, in difesa dell’ecologia, non solo ha tentato di zittire il papa. Si è messo pure contro il presidente americano, George W. Bush, reo di non rispettare gli accordi internazionali che la Casa Bianca aveva assunto tempo fa con l’Europa sulla riduzione dei gas serra» (Guido Quaranta, ”L’Espresso” 26/4/2001).