Varie, 14 febbraio 2002
Tags : Carole Bouquet
Bouquet Carole
• Neuilly sur Seine (Francia) 18 agosto 1957. Attrice. «Esibisce un fascino sfrontato che non fa rimpiangere i tempi in cui Luis Buñuel la scelse, appena diciottenne, per Quell’oscuro oggetto del desiderio. […] Dimostra con i fatti il teorema secondo cui, quando si è davvero belle, non c’è bisogno di esibire nulla. […] ” da un po’ di tempo - dice - che i registi mi chiamano per interpretare commedie e questo mi piace anche perchè poi, in teatro, ho la possibilità di fare cose completamente diverse come la Fedra […] La sua regola d’oro è non coltivare sogni professionali: ”Preferisco evitare di desiderare troppo qualcosa che poi, magari, non riesco ad ottenere, mi sento più protetta dalle delusioni. Se poi una cosa che volevo si realizza meglio così”. L’elemento fondamentale che la guida nella scelta dei ruoli è la sceneggiatura, solo dopo viene il regista: ”La prima cosa che faccio è leggere, non mi interessa se la parte è piccola o grande, più o meno importante, quello che conta è la storia: se mi attira è come un viaggio, prendo e parto”» (Fulvia Caprara, ”La Stampa” 29/10/2002). «Ha nel suo carnet Bunuel ma anche 007» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 5/8/2004). «[...] La bellissima signora conduce una doppia vita. Non sentimentale (ché dalla fine della sua storia con Gerard Depardieu non le si attribuiscono altri amori) [...] ha una doppia vita professionale. Il suo nome è sui manifesti del cinema e anche sull’etichetta di un vino. Un passito di Pantelleria. Tra set e vitigni si muove perfettamente a suo agio. [...] ”[...] Mi sono sorpresa a comprare dieci ettari di viti e capperi a Pantelleria. Mi sono sorpresa a mettere radici in qualcosa che non fosse l’asfalto. Io sono una ragazza di città, totalmente parigina. Mai avrei pensato di poter avere una casa di campagna. [...]” [...] la sua immagine è restata impigliata al film di Buñuel [...] ”Perché era il 1977, avevo 20 anni e quello era il mio primo film, ed anche l’ultimo di Buñuel. Perché era un film forte e bellissimo. E perché io sono timida, riservata e presento di me un’immagine diversa dalla realtà [...] Sono un’attrice. Il mio mestiere è quello di passare da un personaggio all’altro. [...]”» (Laura Putti, ”la Repubblica” 2/8/2005).