Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002 pag. 52-55, 15 febbraio 2002
Come un animale braccato. la sensazione che prova il «mobbizzato», cioè chi subisce ingiustizie e vessazioni sul posto di lavoro
Come un animale braccato. la sensazione che prova il «mobbizzato», cioè chi subisce ingiustizie e vessazioni sul posto di lavoro. Un milione e mezzo, in Italia, stando almeno ai dati del Centro studi e ricerche Eurhope di Roma. Ma il numero sale ad almeno 5 milioni se si considerano anche i familiari delle vittime, che vengono coinvolti dagli stati di malessere del loro caro. Ma che cosa significa mobbing? «La parola mobbing deriva dal verbo inglese ”to mob”, che vuol dire attaccare», spiega Emanuela Fattorini, responsabile del Gruppo di studio e ricerca sul mobbing dell’Ispsel, l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. «L’espressione indica l’attacco di un gruppo di uccelli ai danni di un altro individuo che appartiene alla stessa specie, ma viene percepito come estraneo e minaccioso». Ad usare per la prima volta questo termine per indicare quell’insieme di soprusi e violenze, più o meno velati, sul luogo di lavoro è stato, alcuni anni fa, un professore svedese, Heinz Leymann, tuttora considerato la maggiore autorità in questo campo. Come nasce...L’origine del mobbing risiede in un conflitto interno all’organizzazione del lavoro che si trasforma in un duello personale e che va avanti per molti mesi, manifestandosi ogni settimana con singoli episodi. Qualche esempio? « difficile catalogarli», dice Fattorini, «ma in linea di massima possiamo dire che da parte del mobber, che può essere un superiore o un collega, c’è un atteggiamento diverso rispetto a quello normalmente riservato agli altri».