Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002 pag. 58-59, 15 febbraio 2002
C’è chi dice che può dipendere da cause ereditarie. «Sì, è vero», dice il dottor Pietro Ferrara, dell’Istituto di clinica pediatrica del policlinico Gemelli di Roma e membro del consiglio direttivo del Cien (Club italiano enuresi notturna)
C’è chi dice che può dipendere da cause ereditarie. «Sì, è vero», dice il dottor Pietro Ferrara, dell’Istituto di clinica pediatrica del policlinico Gemelli di Roma e membro del consiglio direttivo del Cien (Club italiano enuresi notturna). «Nel 1995 si è scoperto che esiste un codice genetico portatore del disturbo. Se entrambi i genitori da piccoli ne soffrivano, c’è il 75% di probabilità che anche i figli abbiano lo stesso problema. Con un solo genitore la probabilità si riduce del 50%». Non si tratta comunque di una malattia, ma solo di un disturbo (che spesso si risolve da solo col tempo), anche se a lungo andare può influire sulla psiche e avere conseguenze anche sul comportamento sessuale». Spesso l’enuresi nasce da situazioni che nel bambino provocano ansia, stress e disagio. «In genere», dice Alda Palazzolo, psicologo clinico a Modena, «c’è il bisogno di attirare l’attenzione, per vari motivi: un cambiamento improvviso come la morte di un parente caro, o un gesto di protesta contro genitori che hanno troppe aspettative». L’importante è dunque «non colpevolizzare mai il bambino, ma piuttosto rassicurarlo, cercando di non dargli troppe responsabilità».