Varie, 15 febbraio 2002
BRIATORE
BRIATORE Flavio Verzuolo (Cuneo) 12 aprile 1950. Manager di Formula 1. Radiato il 21 settembre 2009 con l’accusa di aver ordinato a un suo pilota, Nelsinho Piquet, di andare a sbattere in gara per favorire il compagno Fernando Alonso (Gp di Singapore del 2008), il provvedimento fu annullato il 5 gennaio 2010 dal Tribunale delle Grandi Istanze di Parigi (il Consiglio mondiale non aveva alcuna autorità di infliggere quelle sanzioni). Con la Benetton conquistò il mondiale piloti (Michael Schumacher) nel 1994 e nel 1995, con la Renault (Fernando Alonso) nel 2005 2006. Inventore e proprietario della discoteca più amata e più detestata dell’estate italiana, il ”Billionaire”, in Costa Smeralda. Una lunga e burrascosa relazione con la top model Naomi Campbell, poi con Heidi Klum, ha sposato la soubrette Elisabetta Gregoraci • «[...] l’uomo-copertina della F.1 per antonomasia: ricco, vincente, circondato da belle donne. Ma la strada per il successo non è mai stata facile. E come potrebbe esserla per uno bocciato in 5ª elementare dal papà maestro! La strada che porta Briatore a vivere a Londra con un impero da 450 milioni di euro parte da Verzuolo (Cuneo) [...] Dopo un diploma da geometra, le prova tutte: da maestro di sci ad assicuratore. L’incontro che gli cambia la vi ta è con Luciano Benetton, nel ”74. Tre anni dopo si trasferisce negli Usa per curare l’espansione del marchio trevigiano, per il quale fonda e dirige negozi alle Isole Vergini. Risale a questa fase qualche vicissitudine giudiziaria legata al gioco. ”Se lo prendi bene l’errore fa parte del successo – ha ammesso ”. Senza quell’errore non sa rei mai andato in America. Da allora non ho più giocato, nè scommesso”. Altre scommesse, invece, le fa eccome. Stravincendo. Come quando accetta nel 1989 la proposta di Benetton di gestire il team di F.1, puntando due anni dopo sulla stella nascente di Michael Schumacher, strappato con furbizia alla Jordan. Il tedesco ricambia con due titoli piloti e uno costruttori nel ”94 e ”95. Nel ”98 fonda la Supertec, che vende e gestisce i motori Renault. Nel 2000 torna alla Casa francese come responsabile del team F.1. La nuova scommessa si chiama Fernando Alonso: con lo spagnolo piovono altri 4 titoli, 2 piloti e 2 costruttori (2005 e 2006). ”Se compro una barca da 50 metri sono un cafone – dice spesso ”. Se un altro, con gli operai in cassa integrazione, compra uno yacht da 65 metri invece è un industriale”. In effetti, la ”dolce vita” di Briatore è un business che dà lavoro a oltre 400 persone. Oltre alle discoteche Billionaire in Costa Smeralda e al Twiga in Versilia, ci sono anche il Queens Park Rangers, squadra di calcio inglese, e il Lion in the Sun, oasi da sogno in Kenya. Da tempo Briatore dà anche un vitalizio alla famiglia di Fabrizio Quattrocchi, ucciso in Iraq. Ed è attivo, in silenzio, per altre persone bisognose. Il matrimonio con Elisabetta Gregoraci [...] è stato un colpo di scena dopo una vita sempre al fianco di donne bellissime. Come le top model Naomi Campbell o Heidi Klum. La scoperta di un tumore al rene nel 2006 gli ha fatto cambiare visione di vita: ”Ho interessi in Kenya, un progetto per scuole e ospedali. Le Borse bruciano 300 miliardi al giorno ma non riusciamo a risolvere il problema della fame”. An che questo è Briatore» (Alessia Cruciani, ”La Gazzetta dello Sport” 17/9/2009) • «[...] il geometra più famoso d’Italia [...]. Playboy e finanziere, biscazziere ed ex luogotenente di Luciano Benetton negli Stati Uniti, manager vincente dell’automobilismo e inventore di locali notturni di successo. Flavio Briatore è da molti anni un uomo invidiato e sbeffeggiato, criticato e temuto. Perennemente circondato da belle donne, allergico ai libri, qualsiasi cosa faccia suscita polemiche e ironie. Accusato di amicizie pericolose e condannato per truffa negli anni Ottanta, [...] il 1989 quando, dopo aver aperto alcuni negozi Benetton nei Caraibi e aver curato l’espansione commerciale del gruppo in America, Briatore riceve l’incarico da Luciano Benetton, che lo apprezza parecchio. Lui, che di motori capisce poco, ma che sa scovare i talenti, punta sul giovane Schumacher, strappandolo alla Jordan: vince il mondiale piloti nel 1994 e fa la doppietta (piloti e costruttori) l’anno dopo. Quello del 1994 è un trionfo sorprendente e costellato di polemiche, anche molto aspre. Come racconta il giornalista inglese Jonathan Mantle nel suo libro Benetton, gli altri team temono che la Benetton impieghi un software vietato, che consente partenza a razzo a Schumi e sparisce con lo spegnimento del motore. Ayrton Senna è tra i più sospettosi. Il fuoriclasse brasiliano muore dopo l’incidente di Imola, Schumacher e Briatore conquistano il primo alloro iridato. [...] Gli habitués di Briatore sono politicamente quasi tutti piazzati sul centro-destra e finiscono spesso sui rotocalchi rosa. In cima alla graduatoria ci sono sicuramente Daniela Santanché, la parlamentare di Alleanza nazionale, e Lele Mora (suoi partner nel Billionaire di Porto Cervo, in Costa Smeralda), Paolo Cirino Pomicino e il vecchio compagno di giochi d’azzardo Emilio Fede, ma anche la presentatrice Simona Ventura, Adriano Galliani con la moglie Malika, e le giornaliste Anna La Rosa (Rai) e Silvana Giacobini (direttrice di ”Chi”). [...] Il fascinoso Flavio ha sempre ”incontrato”, ma nell’Olimpo dei dongiovanni entra alla grande intorno ai cinquant’anni, con il raccontatissimo fidanzamento con Naomi Campbell. Finita tra lanci di bicchiere al Billionaire la storia con la modella più celebre del globo, è toccato a Federica Torti, figlia di un magistrato genevose, che ammalia Briatore intervistandolo per Odeon Tv. Dopo è la volta della tedesca Heidi Klum, che a Briatore ha dato anche una figlia, nata però quando la storia era già finita ed era già cominciata quella con la diciannovenne Vanessa Hilger. [...]. geometra, anche se diplomato col 36, il voto minimo, al Fassino di Busca, Cuneo[...] La carriera di Briatore comincia al servizio di Attilio Dutto, finanziere di Cuneo che negli anni Settanta rileva la Paramatti (azienda di vernici un tempo nell’orbita di Michele Sindona) e che nel 1979 muore nell’esplosione della sua macchina. Briatore si sposta a Milano, dove viene considerato un discografico, forse perché gira con Iva Zanicchi, e dove finisce per la prima volta sui giornali come imputato nella leggendaria truffa ai danni di ricchi e ingenui giocatori d’azzardo. Gli sequestrano una agendina in cui c’è pure il numero di telefono della G & G dei mafiosi John Gambino e Tony Genovese, a New York. Decine di personaggi più o meno celebri, dal cantante Pupo a Gianfranco Castiglioni della Cagiva, perdono un sacco di soldi in partite a carte truccate. Briatore, che è tra quelli che convince i potenziali polli a sedersi al tavolo verde, spesso a casa sua a Milano, è condannato prima a Bergamo nel 1984 (un anno e sei mesi) e poi a Milano nel 1986 (tre anni). Non va in carcere perché se la svigna ai Caraibi e poi beneficia di un’amnistia. Tra i due processi, il suo nome finisce pure nelle indagini che portano in galera il libico Gabriel Tannouri, accusato di commerciare materiale per confezionare piccole atomiche. A depositare azioni delle Generali a garanzia del finanziamento dell’operazione, presso la banca Lambert sarebbero stati Achille Caproni e Flavio Briatore. Il quale oggi dice: ”Parliamo di cose di tanti anni fa. Da giovani si può sbagliare. Poi ci si ravvede, no?”» (Maurizio Maggi, ”L’Espresso” 21/4/2005). «Più di tanti altri incarna i modelli culturali del centrodestra, è un esempio di successo. [...] Chioma brizzolata, sangue freddo, eterna abbronzatura, sfolgorante capacità comunicativa, disinvoltura etica ai limiti della spregiudicatezza, accentuata ibridazione linguistica in direzione anglo-italiana, dal ”team manager” Benetton al ”soft drink” del «Billionaire», dove peraltro una piccola acqua minerale pare che costi 25 euro. Viene quasi dal nulla, Briatore, e un po’ come Toni Renis ha avuto quasi tutto, secondo un archetipo sociale e perfino antropologico che in Berlusconi vibra al massimo della sua compiuta risonanza. Più che per le corse automobilistiche, dove pure ha ottenuto diverse coppe e vittorie, milioni di maschi italiani hanno imparato a conoscerlo sotto la spinta insieme misera e potente dell’invidia - altro sentimento che il Cavaliere rinfaccia spesso ai suoi nemici - per via del tempestoso flirt con Naomi Campbell. Ma anche ora che la Venere Nera non c’è più - e lui probabilmente è il primo a compiacersene - Briatore resta certamente inviso a una parte della popolazione per il contesto entro cui si muove e opera; una cornice che via via si riempie di affari, immagine, marketing, ma anche di barche lussuose, feste un po’ volgari, accessori pacchiani, agguati di paparazzi, limousine, gorilla, iper-modelle e astuta beneficenza, tra Londra e Saluzzo, il Kenya e la Costa Smeralda. Come pochi altri vive in pubblico il proprio privato. Gli si attribuisce una straordinaria formula, comunque registrata dai giornalisti sul declinare della storia con Naomi: ”Vi autorizzo a dire che c’è del freddo tra noi”. Meno simpatica, e anche meno originale, è la frase con cui Briatore ha inteso significare la mistica esclusività (dal latino ”ex-claudo”, chiudo fuori) del suo ”Billionaire”, dove un tavolo può costare 1.500 euri: ”Ci sono tanti altri locali per i signori Brambilla”. Ma ha ragione» (Filippo Ceccarelli, ”La Stampa” 1/3/2004). «Non è un personaggio facile. Né comodo. Flavio Briatore esce dagli schemi, va controcorrente e, se qualcosa non gli sta bene, parla. Ha la lingua sciolta, pungente. Raramente dice cose banali. Spesso propone, spiega, fa. E lavora. Lo si può trovare in ufficio di mattina come a sera tardi senza che sbandieri in giro il suo stakanovismo. Anzi, il Briatore noto, su cui i suoi nemici (tanti) spettegolano, è quello esagerato e modaiolo del Billionaire. Attività cui dedica poco tempo e ancor meno presenze, ma che gli rende molto sul piano della popolarità. Oggi Briatore è un cognome che quasi tutti conoscono. Vuoi per i fulminanti mondiali della Benetton e del primo Schumacher, vuoi per il flirt con Naomi Campbell. Vuoi, ora, perché con un altro colpo ha fatto tornare alla vittoria la Renault. In tempi brevi, meno di quanto non pensasse il vice presidente della Casa francese Patrick Faure, nelle cuimani c’è pure la responsabilità del settore sportivo. Uno strano fenomeno, quello di un italiano che comanda in Francia. Ma non nuovo. La storia dell’auto transalpina è fatta da italiani: Lago, Bertoni, Gordini, Bugatti; persino l’uomo del rilancio stilistico Citroën è un emigrante di Foggia, Donato Coco: sue le fortunatissime Picasso, C3, Pluriel, C2. Ora Briatore. Che è tutt’altra cosa. Però... [...] Il volto di talent scout di Briatore. Non è un caso che sotto di lui siano esplosi Schumi, Fisichella, Trulli e ora questo spagnolo dal sorriso umile ma dalla forza di nervi esplosiva. Ovvero: Briatore ha preso tanto in termini di denaro e fama, ma ha saputo dare moltissimo ad una F. 1 sempre a corto di fantasia, di battute» (p.a., ”La Gazzetta dello Sport” 10/9/2003). «Il Billionaire è il sogno di migliaia di italiani, e funziona come una sorta di paradiso terrestre: a cerchi sempre più esclusivi. Nel primo, si accede abbastanza facilmente e si può soltanto ballare. Nella seconda cerchia, i fortunati che possono sedere al ristorante, selezionati con cura da guardie del corpo e addetti alle pubbliche relazioni. Nella terza, c’è una piccola pista da ballo che si stringe attorno al trono di Briatore, un posto dove può sedere solo lui… E la sera, in centinaia, partono come per una gita: ”andiamo a vedere chi entrerà al Billionaire”. Il dio dell’estate sarda sa perfettamente di avere azionato un meccanismo infernale. E ride: ”In vacanza è giusto vivere alla grande, giocare, uscire dalla tristezza e dal grigiore della vita vera. Ero anche io uno di quei ragazzi che andavano in Sardegna per vedere le barche dei ricchi. Partivamo da Cuneo, un posto dove nessuno aveva mai visto né una lira, né un ricco, era il Sessantasette… Dormivamo in sacco a pelo, in campeggio, sulla spiaggia dell’Isola Rossa, guardavamo le barche a vela dei grandi imprenditori. Era come essere al cinema di prima visione, sognavamo di diventare come loro, di avere le donne più belle, le ville, gli yacht. A volte penso che ci divertivamo più allora… Con Peppo e Bobo, che oggi lavorano con me, ce lo chiediamo spesso, quando vediamo i ragazzini fuori dal locale” […] Billionaire, un nome che è un’offesa al buongusto. ”Lo so, è un nome di rottura, mi vergogno un po’ di averlo scelto - confessa - ma l’ho fatto apposta. Tutti si saranno chiesti: ma chi è questo cretino? Voleva essere un’aggressione calcolata… Ha funzionato. Con la Formula Uno facciamo sognare 300 milioni di persone ogni domenica, con la discoteca di Porto Cervo portiamo in Sardegna lavoro, soldi, e divertimento: 50 euro e si balla. Una serata da noi, per molti, è un ricordo indimenticabile”. I primi clienti, tutti stranieri, arrivavano al seguito dell’ex fidanzata di Briatore, Naomi Campbell e si chiamavano Denzel Washington, Bon Jovi, Linda Evangelista… […] ”Diversi colleghi parlamentari mi hanno chiesto una raccomandazione per un posto…”, racconta divertita Daniela Santanchè, deputata di An, amica d’infanzia e socia di Briatore nella società che gestisce la discoteca, ”sono anche io di Cuneo, un posto di sfigati famoso solo per i tre anni di militare di Totò, siamo ragazzi di provincia che ce l’hanno fatta, lavorando e lottando duramente. Flavio ha masticato filo spinato fino a quindici anni fa, adesso non ha limiti né confini… ma si ricorda di chi non ha”» (Barbara Palombelli, ”Corriere della Sera” 29/6/2002).