Varie, 15 febbraio 2002
BROSIO
BROSIO Paolo Asti 27 settembre 1956. Giornalista. Diventato famoso per le sue cronache su Tangentopoli al Tg4, lanciato come ”comico” da Fabio Fazio in Quelli che il calcio... • «Ex cronista del Tg4. Divenuto simbolo della degenerazione mediatico-giudiziaria sorta con Mani pulite. Assunto da Emilio Fede il 9 maggio 1991, si rese protagonista di memorabili scenette improvvisate col suo direttore e regolarmente immortalate da Blob. La madre gli telefonava in diretta per dirgli di coprirsi meglio. Presidiando palazzo di Giustizia (con di spalle un tram che gli rovinava sempre l’inquadratura) diffondeva il panico nei servizi della notte preannunciando retate di massa. I cronisti della carta stampata venivano richiamati al giornale per verificare, e capitò che lo presero da parte e quasi lo picchiarono. Emilio Fede una volta lo riprese perché aveva detto che avevano arrestato l’industriale Carlo Gavazzi (morto da tempo) e non suo figlio Riccardo. Un’altra volta intervistò Carlo Tognoli e per cinque volte lo chiamò Pillitteri. Un’altra volta intervistò Bruna di Lucca, moglie di Gabriele Cagliari, e la definì la ”vedova di Roberto Calvi”; disse in diretta: ”Ho sbagliato vedova, scusa direttore”. Eccetera. Lasciò il giornalismo (Fede non gradì) e decise di essere ridicolo per mestiere. S’intruppò in Quelli che il calcio. Fallì un paio di conduzioni televisive. Oggi, prezzemolino, scorrazza esibendo la sua faccia e la sua voce. Il che è sufficiente» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 3/10/1998). «[...] ”[...] il telegiornale con il mio direttore Emilio Fede è sempre stato un mix di informazione e varietà. I collegamenti con lui, sono una specie di commedia”. Qualcuno ha paragonato la sua comicità a quella di Buster Keaton... ”Esagerano. Sono uno che si arrabatta e forse per questo fa ridere. L’arte di arrangiarsi l’ho imparata in cronaca”. [...] come si definirebbe? ”Boh, l’omino della Lagostina. Sono pieno di difetti, riconosciuti e riconoscibili, non sono nemmeno un intelligentone, di quelli che fanno opinione [...]”» (Alessandra Rota, ”Il Venerdì” 3/1/1997).