Varie, 15 febbraio 2002
BROWN
BROWN Rosemary Stockwell (Gran Bretagna) 27 luglio 1916, 16 novembre 2001. Medium. Pianista • «Nacque sopra una sala da ballo. A 7 anni la visitò un uomo anziano, con una tonaca nera e i lunghi capelli bianchi. Lo prese per un prete, era Liszt, il fantasma di Liszt. Rosemary non si stupì, non sapeva nulla di musica, ma vedeva continuamente fantasmi. Liszt promise di ritornare. Passarono gli anni. Rosemary si impiegò, ebbe la polio, comprò un pianoforte, prese lezioni. Sposò a 36 anni uno scienziato che era stato giardiniere, ma del re Faruk, in Egitto. Rimase vedova. Lavorò in una refezione scolastica. Si infortunò, tornò a studiare il piano. Tornò Liszt. Le chiese una mano, due mani. C’erano tanti compositori che avevano ancora tante idee in testa, ma a causa di una disincarnazione forzata non erano in grado di scriverle. Le sarebbe spiaciuto, alla gentile signora Rosemary fare da tramite, da medium in una parola, ad alcuni amici dotati, che si chiamavano Bach, Beethoven, Chopin, Schubert...? Quanto a lui, Lizst, le sarebbe spiaciuto accompagnarlo a fare un po’ di shopping, ché nella Londra moderna non si muoveva bene? Rosemary si scusò per la scarsa preparazione musicale, ma accettò. Dovette adattarsi ai metodi di ciascuno. Bach e Beethoven dettavano le partiture. Chopin suggeriva le note direttamente al piano. Schubert pretendeva di cantare, nonostante la voce scarsa. Liszt più di tutti le faceva correre le mani sulla tastiera come fossero quelle di un virtuoso. Chopin le dimostrò riconoscenza avvertendola che la vasca da bagno perdeva. Molti musicisti ancora in carne risero sulle partiture postume. Qualcuno notò la somiglianza dei pezzi di Liszt con le opere di Liszt della maturità. Bernstein disse che fra tutti era credibile solo un pezzo di Rachmaninoff. Un musicologo defunto si dichiarò entusiasta [...]» (’Il Foglio”, 8/12/2001).