Varie, 15 febbraio 2002
Tags : Carla Bruni tedeschi
BRUNI TEDESCHI Carla Torino 23 dicembre 1967. Modella. Cantante • «Bella come poche al mondo, icona del fashion business, obiettivo del desiderio maschile con ricavi annuali sopra i duecento miliardi di vecchie lire ecc
BRUNI TEDESCHI Carla Torino 23 dicembre 1967. Modella. Cantante • «Bella come poche al mondo, icona del fashion business, obiettivo del desiderio maschile con ricavi annuali sopra i duecento miliardi di vecchie lire ecc. ecc. […] Modella statuaria, dolce e diversa da tutte […] L’unica italiana brava e bella al punto da dividere il trono con monumenti quali l’allora giovanissima Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Christy Turlington, Eva Herzigova, Carolyn Murphy. Nata in una famiglia ”bene”, con un futuro previsto e prevedibile fatto di compagni con cognomi importanti, fidanzamenti impostati e quant’altro, ha sovvertito ogni aspettativa. Si ricorda lo scandalo per le foto di Helmut Newton che la ritraevano praticamente nuda sulle ginocchia del padre Alberto Bruni Tedeschi. Per non parlare dei flirt superpubblicizzati con Mick Jagger ed Eric Clapton finiti sulle prime pagine così come gli inghippi giuridici. Non avendo approvato un articolo che la danneggiava, fece causa e ottenne il ritiro di tutte le copie di ”Max Francia” provocando un terremoto all’interno del mondo giornalistico d’Oltralpe» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 18/11/2002) • «Ero una bambina calma e timida. Disegnavo. Ero carina come tutti i bambini. I bambini sono tutti belli […] Mi sono presentata in un’agenzia, mi hanno preso. Sono stata fortunata a trovare l’agenzia giusta.. Non sono un sex symbol. Non sono come Cindy Crawford, non faccio calendari […] Non ho seni o fianchi importanti, non sono come Claudia Schiffer. Io sono più il tipo normale delle modelle. […] Mi piace il ritmo frenetico, l’energia di questo mestiere dove si corre e si va e il modo in cui riempi gli anni della giovinezza» (Alain Elkann, ”Amica” 24/5/1993) • «Dopo la maternità ho messo su qualche chilo. Anche se dopo una settimana a base di mandarini ho ripreso all’incirca il mio peso forma. Ora non mi preoccupo molto della linea. Vado in palestra, nuoto... Fare la mamma mi ha dato altre priorità. Qualcuno sostiene che mi sia anche addolcita. Certo sono più serena, finalmente non lavoro 365 giorni all’anno come quando ero una ”forzata della moda”. E ho finalmente anche il tempo di leggere» (’La Stampa”, 5/9/2002) • «Avrei fatto il medico con specializzazione in psichiatria, ma per farlo occorre studiare anni e io non riesco a concentrarmi su un libro per più di qualche minuto […] Il mondo della moda è artificiale e superficiale, ma non ha una concentrazione più alta di stupidi che in altri ambienti. Ho conosciuto persone molto creative e sensibili che lavorano duramente, con grande serietà. Ho girato il mondo e frequentato attori, pittori, rocker […] Poi mi hanno detto basta! A 29 anni ero vecchia [...] La moda è crudele, ma anche la vita lo è […] Sono cresciuta in una famiglia musicale: papà industriale, ma compositore, e mamma pianista. Da modella mi portavo sempre in viaggio una baby chitarra da suonare […] Ho la certezza di essere una pessima attrice: ho provato a recitare in un cortometraggio, e me ne sono vergognata. E’ un mestiere bello quanto nevrotizzante, che ti fa dipendere troppo dal gusto degli altri, che non ti permette di invecchiare, perfetto per chi aspira all’infelicità» (Gloria Pozzi, ”Corriere della Sera” 6/3/2003) • «Non fidatevi delle vecchie interviste. Molto spesso le trascrizioni dei colloqui sono lontane dalla verità detta. Deviate. E poi diciamo che ho sempre cercato di fare la furba, di dimostrare qualcosa. Se ho detto certe cose l’ho fatto per darmi personalità. Cercavo di presentarmi come una ragazza trasgressiva. Non era vero. Ma riflettendo, ho ancora il terrore della mediocrità [...] Intelligente? No, informata. Ho sempre avuto accesso a tutte le informazioni, fin da bambina non ho mai avuto la possibilità d’essere ignorante. Vede? Non sono solo molto bella ma anche poco modesta. Un po’ mi sento in colpa per questo [...] Le stelle del rock che sognavo da ragazzina le ho conosciute tutte, Elton John, quelli della moda, alte personalità, Kissinger? Mi dicevo, ma poi come saranno davvero?Adesso so che al di là del talento, della creatività, come tutti hanno i loro lati grandiosi e le loro piccinerie [...]» (Nevio Boni, ”Specchio” 30/5/1998).