Varie, 15 febbraio 2002
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Bruno Frank
• Londra (Gran Bretagna) 16 novembre 1961. Ex pugile. Fu Campione del mondo dei massimi. «Era salito alla ribalta nel 1985, quando aveva conquistato la corona europea dei massimi ed era poi stato sconfitto da Tim Whiterspoon per il titolo mondiale. Ci aveva riprovato, ma gli era andata male con Mike Tyson prima e Lennox Lewis dopo. Nel ’90 la regina lo aveva onorato con il prestigioso Mbe (Member of the British Empire), e finalmente, nel 1995, era arrivato l’approdo del sogno mondiale: corona Wbc strappata a Oliver McCall. Un anno dopo, però, sulla strada del boxeur londinese si era presentato nuovamente Mike Tyson, e la sconfitta aveva segnato la fine della carriera di Bruno. Dopo 45 incontri, 40 vittorie, 38 ko e 45 miliardi di lire di borse vinte. A fermarlo anche il parere dei medici: la retina dell’occhio destro era conciata malissimo e Bruno rischiava di perdere la vista. “Non tornerò mai più a combattere, neppure per 300 miliardi” aveva dichiarato. All’inizio del 2003, tuttavia, il quarantunenne pugile aveva sorpreso tutti chiedendo di riottenere la licenza. La federazione era ancora in attesa della risposta dei medici. Sembrava che Bruno volesse sfidare il campione olimpico britannico Audley Harrison: non lo faceva per soldi, ma per trovare quelle motivazioni che gli mancavano al di fuori del ring, dove guadagnava (apparentemente bene) travestendosi per il piacere dei bambini. [...] Deluso dal divorzio, che gli è costato 7 milioni di euro, era entrato in depressione e si era fatto ricoverare presso la Priory, la clinica preferita di vip e personaggi dello sport in difficoltà. Aveva resistito un giorno: “Sto benissimo, vorrei solo qualche sorriso in più”, aveva detto. Quindi era tornato a casa ricominciando a dormire sul ring dove aveva vinto la corona mondiale nell’85, comprato e rimontato nel suo giardino: “È l’unico posto in cui mi sento al sicuro”» (Filippo Maria Ricci, “Corriere della Sera” 24/9/2003).