Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 15 Venerdì calendario

Brzezinski Zbigniew

• Varsavia (Polonia) 28 marzo 1928. Politologo. Ex consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti (presidenza Carter), consigliere del prestigioso Center for strategic and international studies. Professore di Politica estera americana alla John Hopkins University, nel 1981 fu insignito della Presidential Medal of Freedom per per il suo contributo alla normalizzazione dei rapporti Usa-Cina. Scrittore di successo, tra i suoi libri il best seller The Grand Failure: The birth and death of Communism in the 20th Century • «[...] è, per molti aspetti, nel mondo politico e accademico degli Stati Uniti, una sorta di sosia democratico di Henry Kissinger. Anche lui, come Kissinger, ha lasciato l’Europa per motivi politici (è figlio di un diplomatico polacco), si è laureato a Harvard, ha insegnato nella stessa università, ha fatto una brillante carriera universitaria, è divenuto consigliere per la politica internazionale di alcuni importanti uomini politici americani e, infine, consigliere per la sicurezza nazionale di un presidente degli Stati Uniti. Ciascuno dei due ha avuto una parte determinante nella soluzione di una grave crisi medio-orientale: Kissinger dopo la guerra del Kippur nel 1973, Brzezinski nelle trattative che produssero lo storico incontro di Camp David fra il presidente egiziano Anuar al Sadat e il premier israeliano Menachem Begin nel 1978. Ciascuno dei due ha scritto libri di grande interesse ed è stato, anche dopo la fine della propria carriera pubblica, una sorta di guru della politica internazionale. Ma il primo ha scelto, per la sua scalata al potere, il partito repubblicano, mentre il secondo ha scelto il partito democratico. [...]» (Sergio Romano, “Corriere della Sera” 17/2/2007).