Varie, 15 febbraio 2002
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Buffett Warren
• Omaha (Stati Uniti) 30 agosto 1930. Finanziere. «Il ”saggio di Omaha”, terzo uomo più ricco del pianeta per ”Forbes”, è ormai considerato una sorta di Robin Hood della finanza. Ha scommesso contro i rischi della bolla tecnologica e ha vinto. Ha tuonato contro le paghe d’oro dei manager e ha incassato gli applausi dell’assemblea della sua società, Berkshire Hathaway”» (’Corriere della Sera” 8/5/2003). «1930 Warren Buffet nasce a Omaha, nel Nebraska. 1941 Acquista le sue prime azioni: tre cedole della Cities Service Preferred che rivende, guadagnando 5 dollari. 1944 Usando i proventi del suo lavoro come strillone, acquista 40 acri di terreno agricolo. Li paga 1.200 dollari e li affitta come pascolo a un vaccaro. 1947 All’Università del Nebraska, abbraccia le teorie economiche di Benjamin Graham, che diventerà suo mentore e ispiratore negli affari. 1949 Respinto da Harvard, perché troppo giovane, finisce alla Columbia University dove prende un Master in Economia. 1957 Fonda un’azienda di investimenti azionari con capitali di amici e familiari. La liquiderà nel 1969, realizzando profitti del 29,5 per cento, schiacciando il Dow che nello stesso periodo non supera mai il 7,4. Nasce la leggenda dell’Oracolo di Omaha. 1962 Acquista lo stabilimento tessile Berkshire Hathaway. Comincia la scalata nelle assicurazioni. 1980-90 La Berkshire Hathaway diventa un conglomerato con investimenti nella Coca-Cola, Gillette, American Express e ”Washington Post”. 1999 Acquista la Middle American Energy Holdings e diventa un gigante del gas naturale. Novembre 2002 Propone di acquisire la Employers Reinsurance Corp. dalla General Electric. Diventa il primo riassicuratore del mondo. L’avevano dato per spacciato. Warren Buffet, l’Oracolo di Omaha, sembrava incapace di comprendere la rivoluzione economica indotta dall’avvento dell’Information Technology. Come i dinosauri che si erano estinti dopo un grande cataclisma nel Cretaceo, lui e la sua creatura, la Berkshire Hathaway, sembravano destinati a essere spazzati via dal sisma di Internet. Da Wall Street alla Silicon Valley s’era diffusa la voce che il grande vecchio del Nebraska non aveva capito quanto le regole del gioco fossero cambiate. La sua arretratezza faceva sorridere. Specie all’inizio del 2000, quando Buffet aveva cominciato a tuonare contro l’approssimazione dei metodi contabili adottati dalle grandi corporation e la facilità con la quale venivano redatti i bilanci aziendali. Era sembrato il gesto disperato di uno sconfitto. Come si permetteva di insinuare che dietro il fumo delle formule contabili si potesse celare la frode? ”Warren Buffet dovrebbe scusarsi”, aveva ribattuto stizzito Harry Newton, direttore di ”Technology Investor Magazine”: ”Invece di criticare dovrebbe interrogarsi su come ha fatto a perdere il treno di Internet e delle biotecnologie”. Poco tempo dopo, la bolla della nuova economia è scoppiata, proprio come previsto da Buffet. I miliardari di carta sono falliti. E Buffet è ridiventato una sibilla dalle cui labbra pendono gli analisti delle maggiori banche d’investimento. [...] Persino l’11 settembre si è trasformato in un’occasione di rivincita. Infatti la General Re, la compagnia assicurativa di Buffet, grazie all’aumento astronomico dei premi assicurativi, nel 2002 è andata in pareggio. E mentre altri lasciano il settore, Buffet raccoglie tempestivamente i cocci abbandonati e li trasforma in storie di successo. [...] ”Questi dati non colgono però l’essenza reale di chi è Warren Buffet”, dichiara Andy Kilpatrick, autore di una biografia di Buffet (Of Permanent Value: The Story of Warren Buffet) e azionista della Berkshire Hathaway: ”Lungi dall’essere un mago, Buffet è un brillante analista, molto metodico nelle scelte, e un investitore che guarda al lungo periodo, alle potenzialità delle aziende piuttosto che al profitto immediato. Ma soprattutto, è un uomo che opera da un punto di vista etico. Le cose per lui hanno un valore morale”. [...] Ha l’aspetto di un gioviale nonno con i capelli grigi tagliati a spazzola e gli occhialoni di tartaruga. Il suo salario da ceo a 100 mila dollari l’anno è ben al di sotto di quello di colleghi che guidano aziende meno brillanti. Vive ancora nella vecchia casa che aveva comprato 40 anni fa per 31.500 dollari. Si nutre di hamburger e Coca-Cola, compagnia nella quale dal 1988 ha investito 13 miliardi di dollari. Le sue sole stravaganze sembrano essere i viaggi aerei di lusso e le interminabili partite a canasta con l’amico Bill Gates. Con la tipica autoironia buffettiana ha battezzato il suo aereo 12 posti Gulfstream IV-SP con il nome The Indefensible, l’indifendibile. L’amore di Buffet per le assicurazioni nasce nel 1962, quando acquista uno stabilimento tessile in difficoltà, la Berkshire Hathaway e riposiziona l’azienda in altri settori, soprattutto in quello assicurativo. Aiutato dal crollo del mercato azionario, Buffet inizia ad acquisire altre compagnie. Fin da allora evita le scommesse complicate e le mode di Wall Street. Cerca compagnie con costi di gestione bassi, un grosso potenziale per la crescita, una robusta fetta di mercato e un rapporto costi-profitti conveniente. Dopo aver investito adotta un atteggiamento attendista: altri salteranno sul suo vagone, facendo crescere l’investimento. Le sue relazioni annuali, nelle quali cita la Bibbia, Keynes o Mae West, vengono lette non solo per l’acume affaristico, ma anche per il buon senso che le pervade. ”Le assemblee annuali degli azionisti sono più simili a un revival religioso, o a un concerto di Elvis, che a un incontro di azionisti. Buffet stesso le ha definite una Woodstock per capitalisti”, afferma Kilpatrick. E la Berkshire Hathaway, costruita a immagine e somiglianza di Buffet, è anch’essa un concentrato di eccentricità. Si tratta di una conglomerata con oltre il 50 per cento delle operazioni nel campo assicurativo. Nel suo portafoglio figura il Gotha dell’industria statunitense: Coca-Cola, American Express, Gillette. Con l’acquisto della Mid American Energy Holdings Co., verso la fine degli anni Novanta, la Berkshire diventa anche una protagonista nel campo energetico. La tempestività di Buffet è proverbiale. Mentre la Enron e le altre compagnie crollano, la Berkshire ingoia fette del mercato energetico Usa. Nell’estate del 2001 acquista la Kern River Pipeline, 935 miglia di gasdotti quotati a un centinaio di milioni di dollari al di sotto del prezzo di mercato. A luglio di quest’anno la Northern Natural Gas, che era appena passata dalla Enron alla Dynegy per 1,5 miliardi di dollari, finisce nei forzieri della Berkshire per 928 milioni di dollari. E così, mentre pensa di investire altri 10 o 15 miliardi di dollari nella Mid American, adesso la Berkshire controlla il 10 per cento del gas naturale Usa. Il colpo grosso della sua carriera Buffet potrebbe però farlo proprio nel campo delle assicurazioni, dove si appresta ad acquisire la Employers Reinsurance Corp. dalla General Electric. L’operazione arriva nel momento in cui le rate per la riassicurazione stanno esplodendo, con punte che in alcuni casi raggiungono una crescita del 60 per cento. L’acquisto della Employers Re posiziona la Berkshire al primo posto della classifica mondiale del settore. ”Questo permetterebbe a Buffet di influenzare la politica dei prezzi negli anni a venire”, commenta Kevin Callahan, esperto della Century Capital Management. Ovviamente l’obiettivo è quello di comprare al di sotto del valore di mercato. A favorire Buffet contribuiscono due fattori: primo, la Employers Re quest’anno ha perso 450 milioni di dollari; secondo, non rientra più nello schema aziendale concepito dal ceo della Ge, Jeffrey Immelt, che sta riposizionando la compagnia. Consapevole della situazione, Buffet ha offerto 8 miliardi di dollari in meno rispetto a quelli chiesti dalla Ge; insinuando che la Employers Re potrebbe avere difficoltà a coprire le perdite, il mago di Omaha s’è offerto poi di riassicurarla contro questa eventualità. Tra quelli contagiati da Buffet ci sono anche i membri della Camera Usa, che hanno approvato una legge sull’assicurazione contro il terrorismo. Una misura con la quale il governo si impegna a coprire i primi 90 miliardi di dollari di perdite subite dalle riassicurazioni in caso di attacco terroristico: musica per le orecchie di Buffet che, con la sua General Re, l’11 Settembre ha perso 2,2 miliardi dollari» (’L’Espresso” 21/2/2002).